VIDEO | Sul caso di Maria Antonietta, bruciata dall'ex consorte, i deputati Cannizzaro e Carfagna si rivolgono a Salvini e Bonafede. Al centro, la fuga indisturbata di Ciro Russo da Ercolano dove si trovava ai domiciliari e la mancata tutela della vittima
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«Aiutatemi ad avere giustizia»: con queste parole scolpite nella mente Francesco Cannizzaro e Mara Carfagna hanno voluto onorare l'impegno preso durante la visita a Bari con Maria Antonietta Rositani, la 42enne Reggina ricoverata a Bari dal 12 marzo scorso dopo che l’ex marito Ciro Russo ha tentato di ucciderla dandole fuoco.
Quasi uccisa dall’ex
Oggi i due deputati hanno depositato a firma congiunta un'interpellanza parlamentare con lo scopo di provare a chiarire questa triste vicenda. L'intento, infatti, è quello di fare luce sui tanti aspetti che hanno permesso il realizzarsi di un gesto omicida pur avendo avuto in tempo utile una serie di elementi chiari ed inequivocabili che avrebbero dovuto consentire un'azione in grado di anticipare e, quindi, neutralizzare questa vile aggressione. «Un atto parlamentare dovuto nei confronti della sfortunata ma coraggiosissima Maria Antonietta, donna di eccezionale spirito e grande tempra, scrivono in una nota stampa Cannizzaro e Carfagna, della sua straordinaria famiglia ma, soprattutto, perchè sia compreso come il nostro sistema di sicurezza e vigilanza non debba mai più presentare possibili "smagliature", potenzialmente pericolose per l'incolumità delle tante "Maria Antonietta" d'Italia».
L’interpellanza rivolta a Salvini e Bonafede
L’interpellanza è rivolta al Ministro dell’interno Matteo Salvini e al titolare del dicastero della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Domande alle quali - continuano i deputati - entrambi i ministri dovranno porvi grande attenzione e ferma risolutezza, affinché possa essere soddisfatta pienamente la legittima richiesta di giustizia da parte della donna». I due deputati inoltre, hanno chiesto che Salvini e Bonafede dispongano un’ispezione ministeriale. Cannizzaro ha posto fin da subito l'accento su questa assurda e straziante vicenda, incontrando ed ascoltando più volte soprattutto il padre e Maria Antonietta stessa di cui, durante l'ultima visita, ha ricordato più volte la mano affettuosa e le parole piene di coraggio e dignità pronunciate dalla giovane donna. L’aver condotto poi, Mara Carfagna con sè a Bari, ha permesso al deputato reggino di ottenere l'appoggio e la condivisione in un percorso particolarmente intenso all'interno del Parlamento, di una delle figure politiche femminili di maggior spessore all'interno del panorama nazione per la lotta della difesa dei diritti delle donne.
Norme a tutela delle vittime
Mara Carfagna infatti, dal suo scranno di Vice Presidente della Camera dei Deputati e ancora prima da Ministro delle Pari Opportunità, non ha mai fatto mancare, alle volte con dura fermezza, il proprio contributo diretto per la realizzazione e l'approvazione di norme a difesa delle donne, vittime come Maria Antonietta della furia cieca di quelli che una volta erano i propri "compagni" di vita. Sono due i temi principali alla base dell’interpellanza parlamentare. La prima riguarda la mancata applicazione del braccialetto elettronico a Ciro Russo il quale stava scontando gli arresti domiciliari dopo essere stato condannato anche in Appello per stalking e maltrattamenti nei confronti dell’ex moglie.
L’evasione di Ciro Russo
L’altro aspetto invece, riguarda le circostanze che hanno portato all’evasione di Russo dalla casa in cui stava scontando i domiciliari. Un’evasione avvenuta in piena notte e di cui si è avuta contezza solo alle sette del mattino : orario in cui i suoi genitori hanno informato i Carabinieri di Ercolano. Ma nessuno delle forze dell’ordine del napoletano informerà quelle in servizio a Reggio Calabria. Sarà infatti Maria Antonietta a chiamare disperata la Polizia mentre il suo ex marito minaccia di ucciderla. Poco dopo su di lei riverserà una tanica di benzina e le darà fuoco . Nonostante i poliziotti arrivarono poco dopo la donna era già in condizioni critiche e aveva il corpo ricoperto dal 50% di ustioni . Ustioni che dal 12 marzo scorso la stanno costringendo a subire continue sofferenze e dolori. Una tragedia questa, di cui sia lei che i genitori , sono convinti potesse essere evitata se lo Stato avesse messo in campo azioni più forti per difenderla.
LEGGI ANCHE: Ancora gravi ma stazionarie le condizioni di Maria Antonietta Rositani
“Note di speranza” per Maria Antonietta Rositani: «È forte, presto tornerà a casa»
Mattarella telefona al papà della donna a cui l’ex marito ha dato fuoco
Il papà di Maria Antonietta a Mattarella: «Non ci abbandoni»