"Non comprendo il motivo per cui si sia dovuto procedere a una perquisizione a notte fonda nei confronti di una persona ottantaseienne, molto provata fisicamente, con una moglie malata. Una perquisizione che ha per altro avuto esito negativo".
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Così l'avvocato Stefano Giordano, legale dell'ex numero 3 del Sisde Bruno Contrada, che stanotte ha subito una perquisizione disposta dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta "'Ndrangheta stragista". L'avvocato - che si trova fuori sede - non ha avuto modo, ancora, di leggere il provvedimento e aggiunge che "il dottore Contrada non mi ha chiamato stanotte, ma solo stamattina per non disturbarmi. Ma d'altronde ci aspettavamo una qualche reazione, da parte di chi ha perso e non si rassegna, per una sentenza giusta che ha cancellato una infamia", ha concluso in riferimento alla recente decisione della Cassazione che ha revocato la condanna del poliziotto per concorso esterno in associazione mafiosa, definita "ineseguibile e improduttiva di effetti penali". (AGI)