«Modalità di evidente mafiosità in spregio ad ogni regola e ad ogni solidarietà umana. La 'ndrangheta ha un modo di “penetrare” la pubblica amministrazione dimostrando disponibilità ad accogliere le richieste degli amministratori locali».

 

Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, incontrando i giornalisti, insieme al comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Giancarlo Scafuri, per illustrare i particolari dell'operazione “Ecosistema” che ha portato all'esecuzione di 14 arresti e fatto luce sui presunti illeciti nella gestione degli appalti per la raccolta dei rifiuti in alcuni comuni della provincia reggina.

 

NOMI-FOTO | Dalla gestione dei rifiuti al controllo delle elezioni: 14 arresti. Coinvolti politici e imprenditori


«Quello che emerge - ha aggiunto il Procuratore - è un quadro probatorio gravissimo, con al centro un imprenditore, Rosario Azzarà, titolare della società Ased per la raccolta e la gestione del ciclo dei rifiuti nei comuni dell'Area grecanica, vincitore di molti appalti e pronto a soddisfare la 'ndrangheta e gli amministratori dei comuni del basso Ionio reggino».

 

Rosario Azzarà: l'imprenditore «legato ai clan»

 

Secondo Cafiero de Raho, «la società Ased aveva il monopolio nel settore dei rifiuti in tutta l'Area grecanica. Addirittura, Azzarà, incontrando la moglie di un dipendente che chiedeva conto del taglio del 50% della retribuzione del coniuge, lasciava intendere alla donna che si trattava di una “trattenuta” per soddisfare i politici».