«Con questa operazione è stata colpita la 'ndrangheta che per decenni ha dominato Lamezia Terme». Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato, con i giornalisti, l'operazione "Dioniso" che ha portato all'arresto di 47 persone accusate di avere fatto parte di un'organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti e guidata dai vertici della cosca di 'ndrangheta "Cerra-Torcasio-Gualtieri". Tra i destinatari del provvedimento figura colui che viene considerato il capo storico della cosca, Nino Cerra, di 69 anni. In manette anche Sebastiano Strangio, di 31 anni, definito elemento di spicco delle cosche del Reggino. Proprio dalla ionica reggina i pusher lametini si rifornivano di cocaina ed eroina, mentre la marijuana, proveniente dall'Albania, veniva acquistata in Puglia.

 

‘Ndrangheta, scacco alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” di Lamezia: 47 arresti (NOMI-VIDEO)

 

«Un clan di serie A», secondo il procuratore Gratteri che ha incontrato la stampa assieme al procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, al colonnello Marco Pecci, comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, al tenente colonnello Alceo Greco, comandante del Reparto operativo, al capitano Fabio Vincelli, che guida il Nucleo investigativo, ed al tenente Pietro Tribuzio, comandante della Compagnia di Lamezia.

 

Il gruppo criminale, secondo quanto è stato riferito, gestiva tre piazze di spaccio a Lamezia Terme: Ciampa di Cavallo, Trempa e Capizzaglie. Bombardieri ha sottolineato il ruolo svolto dal testimone di giustizia che ha collaborato alle indagini, un ex tossicodipendente finito nel mirino del clan per il mancato pagamento di mille euro di sostanza stupefacente. Dalle indagini è emersa una fitta rete di spacciatori (oltre alle 47 persone arrestate ce ne sono altre 30 indagate in stato di libertà) che agivano anche con modalità originali. Una delle donne del gruppo, infatti, organizzava dei veri e propri "coca party" nella sua abitazione.

 

«Abbiamo fatto un ulteriore passo avanti - ha detto ancora Bombardieri - per debellare il fenomeno mafioso a Lamezia. Anche l'attività di spaccio di stupefacenti serve alle cosche per approvvigionarsi di risorse che vengono poi utilizzate nello sviluppo dell'attività criminale».