Era stato condannato poiché ritenuto uomo di riferimento di una cosca attiva lungo il Tirreno cosentino ma le parole di un collaboratore di giustizia indicano Carlo Samà vittima di estorsioni. La vicenda verrà discussa in un'altra udienza
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La Corte d'appello di Salerno ha sospeso un'ordinanza di sgombero di un immobile confiscato all'imprenditore Carlo Samà, di Amantea (Cosenza) e poi assegnato all'Agenzia del demanio. Samà è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, perché ritenuto imprenditore di riferimento, quale titolare di un'azienda di smaltimento dei rifiuti, di una cosca mafiosa della costa tirrenica. In seguito, nel 2013 è stato avviato un giudizio di prevenzione conclusosi con la confisca di tutti i beni immobili e mobili a lui riconducibili. Il provvedimento del Tribunale Misure di Prevenzione di Cosenza, è stato poi confermato sia dalla Corte di Appello che, successivamente, nel 2015, dalla Corte di Cassazione. Per tali ragioni il decreto di confisca è diventato definitivo ed i beni immobili confiscati assegnati all'Agenzia del Demanio per essere destinati alle finalità pubbliche, così come previsto dal codice antimafia. Da qui un'ordinanza di sgombero la cui esecuzione era stata fissata per il prossimo 5 luglio.
Le parole del collaboratore di giustizia
Nelle more era pendente davanti alla Corte di Appello di Salerno un'istanza di revoca della confisca di un fabbricato adibito a civile abitazione, di cui risultavano proprietari Samà e la moglie. La domanda dei difensori fonda le proprie ragioni su alcuni fatti emersi dopo ai processi di merito e legittimità che disposero la confisca. In particolare si tratta delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha indicato Samà quale vittima di richieste estorsive e come colui il quale aveva sempre pagato quanto impostogli, e di documentazioni tecniche che avrebbero prospettato uno scenario diverso da quello prefigurato nei decreti di confisca.
Sgombero sospeso
Su questi presupposti i difensori di Samà e della moglie, gli avvocati Francesco Gambardella e Paolo Troisi, hanno chiesto in via d'urgenza, la sospensione dell'esecuzione, per evitare che un eventuale sgombero dell'immobile potesse rendere irreversibile il danno nei confronti degli interessati, pur in presenza di elementi che legittimavano un'aspettativa diversa all'esito dell'instaurato giudizio di revisione. La Corte di Appello di Salerno, accogliendo la domanda difensiva, ha disposto la sospensione dell'esecuzione dello sgombero. Allo stesso tempo hanno fissato un'udienza per la trattazione del giudizio di merito. Con tale ordinanza il giudice di Salerno non è entrato nel merito, nel senso che non ha valutato la nuova prova posta sostegno della richiesta di revoca della confisca, ma, ritenendo ammissibile la domanda, ha ravvisato gli estremi per una sospensione di urgenza dell'esecuzione dello sgombero.