Le accuse sono di associazione mafiosa ed estorsione aggravata. Grazie a telefonini introdotti in carcere continuavano a impartire direttive
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Nei riquadri Antonio e Francesco La Rosa
Sono in totale dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda, nell'ambito dell'operazione condotta questa mattina dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Catanzaro, con il supporto di personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma. Sono tutti indiziati di associazione di tipo mafioso a matrice ‘ndranghetistica, estorsione aggravata, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti e trasferimento fraudolento di valori.
Gli arrestati ad opera della Guardia di Finanza sono:
- Antonio La Rosa, 63 anni (alias “Ciondolino”, attualmente detenuto in regime di carcere duro), ritenuto il capo dell’omonimo clan di Tropea;
- Tomasina Certo, 61 anni, di Tropea (moglie di Antonio La Rosa);
- Francesco La Rosa, 54 anni, di Tropea (alias “U Bimbu”, fratello di Antonio);
- Giusy Costa, 48 anni, di Tropea (compagna di Francesco La Rosa);
- Cristina La Rosa, 33 anni (figlia di Antonio La Rosa e Tomasina Certo);
- Davide Surace, 40 anni, di Spilinga (compagno di Cristina La Rosa);
- Luigi Federici, 27 anni, di Vibo Valentia.
Per tutti loro il gip distrettuale di Catanzaro ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Arresti domiciliari per Domenico La Rosa, 36 anni (figlio di Antonio La Rosa) e per Francesco Federici e Erminia Bisogni (genitori di Luigi Federici). Associazione mafiosa, estorsione aggravata, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti e trasferimento fraudolento di valori i reati, a vario titolo, contestati.