Vibo Valentia - Sì all’estradizione di Pantaleone Mancuso, il boss di Limbadi arrestato nell’agosto scorso mentre tentava di varcare il confine con il Brasile dopo oltre quattro mesi di latitanza. L’Argentina ha accordato la richiesta di estradizione in Italia avanzata dalla Dda di Catanzaro nei confronti del boss , detto "l'Ingegnere” prima, però dovrà sottoporsi ad un processo in Sud America. “L’ingegnere” era stato scovato il 29 agosto scorso a bordo di un pullman turistico con un documento argentino di identità falso, e intestato a tale "Luca De Bortolo", e un borsone contenente quasi 100mila euro in contanti.

Pantaleone Mancuso si era reso latitante il 2 aprile scorso poiché inseguito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip distrettuale di Catanzaro, Assunta Maiore, in quanto accusato del duplice tentato omicidio della zia Romana Mancuso e del figlio Giovanni Rizzo, avvenuto il 26 maggio 2008 nel cortile dell’abitazione dei Rizzo-Mancuso, nelle campagne fra Nicotera e Limbadi. Il boss avrebbe voluto punire il cugino Giovanni Rizzo poiché quest’ultimo non avrebbe "tenuto alto il buon nome dei Mancuso", prendendo iniziative sbagliate nei confronti di persone già protette dal clan e che si sarebbero poi lamentate con altri Mancuso.