Dalle carte dell’inchiesta emerge come il consigliere arrestato abbia ottenuto l’appoggio degli uomini dell'ex presidente della Regione grazie a degli atti compromettenti. Ecco le intercettazioni
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Il consigliere regionale Domenico Creazzo avrebbe potuto utilizzare dei documenti riservati per colpire Giuseppe Scopelliti ed i suoi uomini, creando problematiche di natura giudiziari se non avesse avuto il loro appoggio elettorale. È questo ciò che emerge dall’ordinanza che ha condotto agli arresti domiciliari il neo consigliere regionale di Fratelli d’Italia con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
I saluti di Peppe
Secondo quanto venuto fuori dall’ordinanza di custodia cautelare, infatti, a tessere le fila per l’elezione di Domenico Creazzo era suo fratello Antonino detto “Nino”, il quale ha a più riprese incontri e contatti con esponenti apicali della consorteria mafiosa degli Alvaro. Fra loro Domenico Alvaro, già condannato in via definitiva per il reato di associazione mafiosa nel processo “Xenopolis”. Proprio con lui Creazzo discute dell’appoggio elettorale fornito dal gruppo di riferimento dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti. Quest’ultimo, tramite il suo legale, aveva smentito ogni suo collegamento con fatti riguardanti le elezioni. Ma dalle carte ora si scopre che addirittura lo stesso Scopelliti avrebbe inviato i suoi saluti a Creazzo.
Documenti che scottano
Ma quale è la ragione di un sostegno che alla vigilia non sembrava così scontato? A spiegarlo è lo stesso provvedimento emesso dal gip. Antonino Creazzo spiega che tale sostegno era dovuto al fatto che «Domenico Creazzo disponesse di dati e documenti che, ove resi pubblici, avrebbero fortemente danneggiato sotto il profilo giudiziario Scopelliti e i suoi più fidati collaboratori, creando problematiche di natura giudiziaria». Il giudice evidenzia come se ne può arguire che «Creazzo aveva disponibilità di informazioni segrete e riservate, il cui mancato “uso” era funzionale ad ottenere il sostegno elettorale». Non viene fuori quale fosse il titolo per il quale il politico avesse quei documenti, se per la sua attività istituzionale o per la sua pregressa attività militare. «È logico supporre – afferma il gip – che potesse trattarsi di qualcosa di cui Creazzo era venuto a conoscenza in ragione del vecchio incarico ricoperto nelle forze dell’Ordine».
Le intercettazioni
Di seguito l’estratto delle intercettazioni da cui si ricava la conversazione fra Nino Creazzo e Domenico Alvaro.
Creazzo: Tutti questi di, di Scopelliti! Tutti questi di Scopelliti tutti con Mimmo sono!
Alvaro: Scopelliti quale?
Creazzo: Del presidente! Tutto
Alvaro: Ah
Creazzo: Il gruppo
Alvaro: Sì sì
Creazzo: di Scopelliti
Alvaro: Sì quelli che…
Creazzo: Tutti con Mimmo
Alvaro: Erano con lui!
Creazzo: Sai come lo rispettano che manco i cani!
Alvaro: Ma lui, Scopelliti che fine…
Creazzo: Però Mimmo si è comportato bene!
Alvaro: Ha fatto? Con i domiciliari è?
Creazzo: Sì! E Mimmo si è comportato bene! Sono andati a ringraziarlo tutti! E gli ha detto che gli manda… gli hanno detto “Ti ringrazia pure il presidente!” però…
Alvaro: Ma ormai è fuori da tutto lui? No?
Creazzo: Mimmo aveva tutte le carte per, per
Alvaro: A Nino
Creazzo: incularli a tutti e non gli ha fatto niente!
Alvaro: Non è fuori da tutte cose?
Creazzo: Sì! Ma il gruppo ce l’ha! Ha quelli che non l’hanno abbandonato mai, gli sono rimasti sempre vicino!
Alvaro: Eh bravo!