Un’Unipol Arena da Casalecchio di Reno da sold out per il concerto del cantautore cosentino che ha intrecciato canzoni, performance al piano e alla chitarra e intrattenendolo anche con le sue frizzanti incursioni ironiche
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Ironia e poesia. Ritmo e melodie. Dario Brunori ha conquistato Bologna ieri sera con un concerto che lui stesso ha definito “mirabolante”. Nella cornice di un Unipol Arena da sold out, a Casalecchio di Reno 15mila persone hanno applaudito il cantautore cosentino e la sua band. Un mare di persone e di emozioni. Uno spettacolo nello spettacolo di cui lo stesso Brunori non finiva più di ringraziare il pubblico.
Ma Bologna era una tappa speciale per lui. E lui lo ha raccontato al suo pubblico quando dedicato la canzone al padre Bruno, scomparso prima che lui pubblicasse il suo primo disco. Sua madre Mariastella è cosentina, nipote del noto compositore Stanislao Giacomantonio, al quale è intitolato il conservatorio di Cosenza. Suo padre era originario del borgo di Bubano, comune di Mordano, nella città metropolitana di Bologna. Da giovane veniva in vacanza con il nonno che nel cosentino era stato chiamato a lavorare e che «in Calabria nel 1958, mentre tutti scappavano, lui era andato perché aveva a visto qualcosa, aveva visto lungo».
E il cerchio si chiude quando nel cuore della Romagna canta in dialetto cosentino la vibrante “Fin’ara Luna“, in cui dà voce il dolore inconsolabile di un uomo anziano rimasto solo dopo la morte della moglie Maria.
Con il brano Colpo di pistola arriva anche l’annuncio di adesione al progetto “Una. Nessuna. Centomila” contro la violenza sulle donne, su proposta di Fiorella Mannoia. Un progetto che ha sostento anche le attività degli sportelli di ardore e Taurianova nel reggino del Centro Antiviolenza Angela Morabito Reggio Calabria. Una sensibilità non nuova per il cantautore che già nel 2013 aveva cantato in memoria di Domenico Tortorici e Chiara Matalone, due fidanzati di Reggio Calabria vittime della strage di San Polo di Brescia, avvenuta nel marzo del 2012. Un concerto unplugged sotto il cielo estivo al Lido dello Stretto di Catona per ricordare i due giovani nei luoghi in cui si erano conosciuti e innamorati e sostenere l’associazione di familiari e amici che all’indomani della strage era stata costituita.
«Siete una meraviglia», ha detto al pubblico, intrecciando canzoni, performance al piano e alla chitarra e intrattenendolo anche con le sue frizzanti incursioni ironiche. Un concerto intenso che ha concluso racchiudendo gli oltre 15 anni di concerti con due canzoni ambientate e ispirate alla sua Calabria. Guardia ‘82 e infine L’albero delle Noci, dedicata alla figlia Fiammetta.
Il tributo alla famiglia e alla Calabria è il terzo posto che lo ha consacrato a Sanremo. 15 anni scanditi da canzoni scritte per un pubblico che nel tempo è cresciuto e che oggi accanto a fedelissimi dei concerti raccolti sulle spiagge calabresi, oggi accoglie il cuore del Paese.