Dall’alba, a Torino e nell’hinterland piemontese, nonché a Reggio Calabria, Milano e Catania, 400 carabinieri del Comando provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale torinese su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 65 appartenenti o contigui alle locali di ‘ndrangheta di Volpiano e San Giusto Canavese ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti, con l’aggravante delle finalità mafiose.

Contestualmente la gdf di Torino sta procedendo alla notifica del medesimo provvedimento per ulteriori 6 indagati, ritenuti responsabili, nell’ambito della medesima associazione, anche di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Sottoposti a sequestro beni mobili ed immobili, nonché conti correnti e quote societarie per un valore in corso di quantificazione.

I numeri dell'indagine

L’indagine, avviata nel 2016 dal Nucleo investigativo del comando provinciale di Torino congiuntamente alla Compagnia di Chivasso, ha consentito di ricostruire l’organigramma delle locali di 'ndrangheta facenti capo rispettivamente alle famiglie Agresta ed Assisi, operanti nella provincia di Torino, con interessi in tutto il territorio nazionale ed all’estero (Spagna e Brasile) nonché di tracciare i canali di approvvigionamento degli stupefacenti (hashish importato tramite la tradizionale rotta spagnola e cocaina attraverso i porti del nord Europa).

Inoltre, sono stati individuati i componenti di due distinte organizzazioni dedite al traffico e smercio delle sostanze illegali, operanti entrambe sotto l’egida della ‘ndrangheta, delle quali una in Volpiano e l’altra nella zona nord della città di Torino, con quartier generale in Barriera Milano e, cosa di ulteriore rilievo, sono stati catturati 3 latitanti (padre e due figli) Pasquale Michael Assisi, catturato a Torino il 3 maggio 2017 in un appartamento con attico nel centro cittadino, e Nicola e Patrick Assisi, inseriti nell’elenco dei latitanti “pericolosi” (ex lista 100) localizzati in appartamenti di lusso a San Paolo del Brasile l’8 luglio 2019;

Sul fronte della droga sono stati invece sequestrati 72,5 kg di hashish, 3,7 kg di marijuana e 6 kg di cocaina, nonché documentate fittizie intestazioni di beni mobili, immobili e quote societarie, oggi sottoposte a sequestro.

 

Le indagini della gdf

Le investigazioni svolte dai militari della Guardia di Finanza di Torino (60 i finanzieri impiegati dall’alba) sono state invece principalmente orientate all’individuazione di condotte dissimulatorie della reale disponibilità di beni compiute da taluni degli indagati ed hanno portato all’individuazione di ulteriori sei soggetti,  dei quali due riconducibili alla locale di Volpiano, tre aventi ruolo di “prestanome” e di un commercialista.

Le indagini hanno permesso di riscontrare come i sodali abbiano utilizzato parte dei proventi delle attività illecite reimpiegandoli in attività economiche, localizzate nei Comuni di Settimo Torinese e Volpiano, quali il noleggio delle slot machine, la commercializzazione del caffè e la raccolta delle scommesse. Le aziende venivano  fittiziamente intestate a prestanome compiacenti, al fine di eludere l’applicazione di eventuali misure di prevenzione che avrebbero potuto portare al sequestro delle imprese. 

Fra gli investimenti sottoposti a sequestro figura anche una palestra sita in Volpiano.

Il piano criminale è stato reso possibile anche grazie all’attività di un commercialista di Settimo Torinese, che ha posto a disposizione dell’organizzazione le proprie conoscenze e competenze tecniche nel settore societario, seguendo in prima persona la costituzione delle diverse società-schermo e fornendo costante supporto per la risoluzione delle problematiche d’impresa e nei rapporti con gli interlocutori delle società, clienti e istituti di credito.