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Ha vissuto in totale clandestinita', per tutti gli otto mesi della sua latitanza, celandosi dietro l'identita' di un ignaro e stimato impiegato di banca della capitale, risultato del tutto estraneo alla vicenda. Andrea Rollero, 33 anni, pericoloso narcotrafficante romano, ritenuto dagli inquirenti uno dei principali membri del sodalizio criminale collegato alle cosche calabresi "Pelle -Nirta - Giorgi alias Cicero" di San Luca (Reggio Calabria), e' stato sorpreso e arrestato dalle fiamme gialle del Comando provinciale di Roma , nei pressi della stazione metro "Battistini" mentre parlava con un altro pregiudicato. Ai finanzieri che lo hanno fermato, ha esibito - ostentando calma - documenti falsi intestati al bancario. Era convinto di farcela anche stavolta. Rollero era sfuggito alla cattura disposta in gennaio dal Tribunale di Roma, nell'ambito delle operazioni "Buena Hora 2" e "Codice San Luca", che avevano consentito al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza ed alla Squadra mobile della questura di smantellare una cellula della 'ndrangheta operante nella capitale: 35 le custodie cautelari emesse a carico di altrettanti soggetti accusati dalla Direzione distrettuale antimafia della procura capitolina, a vario titolo, di vari reati, aggravati dall'aver favorito la 'ndrangheta. Alle manette, nell'occasione, era sfuggito anche il piu' blasonato zio di Andrea, Marco Torello Rollero, da tempo residente in Marocco, dove poi sarebbe stato arrestato nello scorso aprile, dopo anni di latitanza. Le indagini hanno documentato come i Rollero fossero in grado di inviare settimanalmente, dal Marocco all'Italia, circa 1000 chili di stupefacente. La droga, cocaina dal Sudamerica e hashish dall'Africa, veniva importata anche per conto di soggetti contigui alle cosche di 'ndrangheta. Secondo gli investigatori, Andrea Rollero nonostante la giovane eta' si era accreditato come "un affidabile fornitore/intermediario per l'acquisto di ingenti partite di droga, attivo sull'intero territorio nazionale, in grado di accreditarsi con esponenti di spicco della malavita romana, grazie alle ottime credenziali fornitegli dallo zio". Ed e' proprio muovendosi sulle orme del parente che Andrea e' diventato " il principale referente in Italia dell'organizzazione, rendendosi protagonista, nel periodo investigato, dell'introduzione sul territorio nazionale di oltre 600 chili di sostanza stupefacente". Saputo che il giovane aveva trovato rifugio nella zona di Primavalle, i finanzieri del Gico (Gruppo investigazione criminalita' organizzata) del Nucleo di polizia tributaria di Roma, sono pazientemente riusciti a stringergli intorno il cerchio fino a rintracciarlo: in corso ulteriori approfondimenti investigativi finalizzati a ricostruire la rete di connivenze e protezione di cui il narcotrafficante ha potuto godere durante i mesi trascorsi in clandestinita'.(AGI)