VIDEO-NOMI | Ventuno le persone indagate. L’operazione, denominata Capricornus, ha fatto emergere il ruolo dei fratelli Mammoliti, dell'omonima cosca di San Luca, che delegavano le consegne di cocaina a corrieri calabresi
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La polizia, su delega della Procura distrettuale di Catania, sta eseguendo un'ordinanza cautelare nei confronti di 21 persone indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini della squadra mobile della Questura etnea hanno evidenziato l'esistenza di due gruppi criminali e fatta luce su 'joint venture' del malaffare tra narcotrafficanti catanesi ed esponenti delle 'ndrine calabresi, per l'approvvigionamento di cocaina, e con palermitani per l'acquisto di marijuana.
Gli indagati
Sono 21 gli indagati destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Gip di Catania, su richiesta della Dda, che ha disposto il carcere per 12 indagati, quattro dei quali erano già detenuti, e i domiciliari per altri otto. Durante le indagini dell'operazione 'Capricornus' la squadra mobile ha effettuato diversi sequestri di droga e arrestato corrieri. Gli arrestati condotti in carcere sono Carmelo Scilio, di 45 anni, Gaetano Coppola, di 52, Vincenzo Lo Gatto, di 38, Domenico Prestia, di 49, Salvatore Anastasi, di 68, i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, rispettivamente di 51 e 46 anni, e Mario Narduzzi, di 40. Ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state notificate ai detenuti Antonio Mangano, di 42 anni, Gaetano Mirabella, di 68, Davide Marchese, di 42, Alessandro Tomaselli, di 43.
Agli arresti domiciliari sono stati posti Giorgio Freni, di 44 anni; Giuseppe Cardaciotto, di 30; Salvatore Minore, di 35, e Salvatore De Simone, di 36. Un'ordinanza di custodia ai domiciliari è stata notificata in carcere a Giovanni Mirabella, di 39 anni; Domenico Pellegrino, di 48; Vincenzo Scarfone, di 38, e a Massimo Anastasi, di 40, che già era ai domiciliari. Uno dei destinatari del provvedimento è attualmente irreperibile.
Le indagini
Ai vertici dei due gruppi, secondo quanto emerso dall'inchiesta della Dda, ci sarebbero Carmelo Scilio, di 45 anni, che opera nel rione di San Giovanni Galermo, e Salvatore Anastasi, di 68 anni, che vive nel popolare quartiere Monte Po. Nelle loro abitazioni la squadra mobile di Catania ha installato telecamere nascoste che hanno ripreso le attività dei due indagati. I due gruppi, emerge dall'operazione 'Capricornus', seppure 'rivali' sul mercato del traffico, avevano in comune alcuni dei fornitori di droga.
I collegamenti con i clan del Reggino
Tra questi, per la cocaina, i fratelli Domenico e Francesco Mammoliti, di 51 e 46 anni, dell'omonima cosca di San Luca (Reggio Calabria), nota come "Fischiante", che delegavano le consegne a corrieri calabresi. La marijuana invece partiva da Partinico (Palermo) e arriva a Catania affidata a fidatissimi spedizionieri. Secondo l'accusa, Scilio e Anastasi erano dei 'grossisti', dei narcotrafficanti che trattavano consistenti partite di droga da vendere a spacciatori di grosso calibro che a loro volta la rivendevano a dei pusher. La 'catena' è stata ricostruita dalla squadra mobile di Catania che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare del Gip, emessa su richiesta della Dda della locale Procura, che ha disposto il carcere per 12 indagati, quattro dei quali erano già detenuti, e i domiciliari per altri otto, tre dei quali si trovavano già in carcere per altri reati. Una persona è irreperibile. Durante le indagini la polizia ha effettuato diversi sequestri di droga e arrestato corrieri. A casa di Scilio la polizia ha trovato una corona, simbolo per il possessore, secondo gli investigatori, della sua capacità di 'regnare' nel settore del traffico di droga.