Il 39enne è considerato referente della cosca Grasso di Rosarno per l’importazione di cocaina dal Sudamerica
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Nei giorni scorsi, al termine delle procedure di estradizione, le autorità francesi hanno consegnato a quelle italiane l’ex latitante rosarnese Rocco Elia, 39enne arrestato il 20 novembre 2018, nella Guyana Francese, dalla locale Gendarmeria che ha operato in collaborazione con i Carabinieri di Gioia Tauro.
Elia, indagato nell’operazione Ares, aveva trascorso diversi mesi di latitanza tra l’Europa ed il Sudamerica, poiché le indagini condotte nei suoi confronti avevano consentito di ricomprenderlo nel novero degli elementi di rilievo di un’associazione finalizzata al traffico internazionale delle sostanze stupefacenti, riconducibile alla cosca “Grasso”, radicata nella Piana di Gioia Tauro. Elia si era sottratto al Fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri.
Il 39enne risulta avere avuto un ruolo assolutamente centrale nelle dinamiche criminali della cosca Grasso per quanto concerneva l’importazione dei carichi di cocaina dal Sudamerica. Il suo era un incarico essenzialmente di raccordo nella filiera ideata per riversare impressionanti quantitativi di cocaina nel territorio nazionale, tanto che le accuse mosse nei suoi confronti attengono alle mansioni che questo espletava per l’importazione della droga.
L’ex ricercato, infatti, aveva il compito di curare l’approvvigionamento della sostanza stupefacente, il conseguente confezionamento e la successiva commercializzazione nel territorio nazionale.
La cattura del ricercato è stata determinata dalla manovra investigativa avviata all’indomani dell’operazione di polizia denominata Ares, condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro sotto la direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia, con il coordinamento del Procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e del Sostituto procuratore Adriana Sciglio, che nel luglio del 2018 ha consentito di sottoporre a fermo di indiziato di delitto 32 soggetti.
Gli accusati sono ritenuti elementi di spicco delle articolazioni territoriali di ‘ndrangheta Cacciola e Cacciola-Grasso di Rosarno. L’ex latitante si muoveva tra l’Europa ed il Sudamerica utilizzando dei documenti falsi.