Un’aggressione in piena regola, consumata nei confronti di una giornalista del nostro network, Francesca Lagatta, colpevole solo di fare il proprio lavoro. Quanto accaduto nella tarda mattinata di oggi all’ospedale di Cetraro, è un episodio inqualificabile che dà la misura di quanto sia difficile fare informazione in Calabria.
La nostra collega Francesca Lagatta era impegnata a documentare la visita ispettiva disposta all'indomani del drammatico decesso di Santina Adamo, la donna di Montalto Uffugo che ha perso la vita il 17 luglio scorso subito dopo il parto.
Lagatta stava registrando l’audio del servizio televisivo che sarebbe dovuto andare in onda nel Tg di LaC News 24 delle ore 14,30 quando un uomo, che si sarebbe qualificato come il marito di una dottoressa indagata proprio per la morte della 35enne, l'avrebbe improvvisamente aggredita verbalmente, cercando anche di danneggiare lo smartphone e il pc portatile utilizzati dalla cronista. L'episodio sarebbe avvenuto davanti a diversi testimoni che avrebbero evitato il peggio. Già allertati i carabinieri della compagnia di Paola. Attualmente la giornalista, in stato di shock, si trova al pronto soccorso per le cure del caso.
Un gesto che non passerà sotto silenzio. Innanzitutto perché quanto accaduto è stato immediatamente denunciato alle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto perché il nostro network continuerà a fare il proprio lavoro senza arretrare di un passo, anzi, ancora più motivato dalla squallida violenza di chi vorrebbe impedire ai calabresi di sapere come stanno le cose.

 

La reazione del direttore e dell'editore

«Respingiamo con forza qualsiasi atteggiamento finalizzato all’intimidazione della libertà di stampa». Questa la reazione del direttore di Lacnews24.it, Pasquale Motta. «La nostra testata non si farà intimorire da nessuno – ha continuato Motta -. Questa direzione e tutta la redazione di Lacnews24, nell’esprimere solidarietà e vicinanza alla nostra cronista, intendono altresì confermare tutto l’impegno nel continuare a informare l’opinione pubblica soprattutto su vicende così delicate come il funzionamento del nostro sistema sanitario. Non consentiremo a nessuno di limitare o impedire lo svolgimento del nostro lavoro, sancito da una norma costituzionale».
Altrettanto nette e decise le parole dell’editore, Domenico Maduli. «La stampa, un certo tipo di stampa - ha affermato - non può avere limiti, né veti. I giornalisti del nostro network continueranno a ficcare il naso e a fare domande scomode, nel tentativo di illuminare tutte le zone d’ombra che impediscono ai calabresi di vedere come stanno davvero le cose. Abbiamo iniziato con un certo tipo di politica e continueremo con la classe dirigente. L’unico modo di assicurare a questa terra crescita e libertà vera è la lotta alla collusione, in tutti suoi aspetti».

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