Contro la "strada della morte" protestano gli africani che, per una volta, sono sostenuti anche da cittadini calabresi liberi dagli schieramenti politici e da qualsiasi venatura ideologica. Dopo l'incidente che è costato la vita a Gora Gasama, il migrante morto mentre tornava in bicicletta alla tendopoli, dolore e rabbia nella manifestazione inscenata anche contro il degrado della zona industriale gestita dal consorzio regionale Corap, sulla cui arteria principale - da anni senza illuminazione - è avvenuto l'impatto.

La protesta a Gioia Tauro

«Fanno bene a protestare», sostiene un cittadino di Gioia Tauro mentre vede sfilare il corteo.
Da Brescia è arrivato il padre del ragazzo e il dolore si intreccia con le rivendicazioni di chi chiede condizioni di vita migliori, servizi che tengano conto della fondamentale importanza di questi lavoratori. «È da anni che chiediamo al Corap di illuminare quella strada», aggiunge Ruggero Marra del Coordinamento Lavoratori Agricoli del sindacato Usb.

 

Si vedono anche la segrtetaria comprensoriale della Cgil, Celeste Logiacco, e Cecè Alampi della Caritas diocesana, impegnati nella mediazione assieme agli uomini del commissariato di Gioia Tauro, coordinati personalmente dal primo dirigente Diego Trotta. Una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Aldo Alessio, da sempre favorevole al ritorno ai Comuni delle competenze che oggi spettano ad un Consorzio regionale in liquidazione, ed è stato deciso di trasmettere un documento al ministero del Lavoro.