I pm Antonio De Bernardo, Simona Ferraiuolo e Francesco Tedesco hanno chiesto il rinvio a giudizio per 215 indagati nell’operazione “Mandamento Ionico e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Tra le accuse, oltre all’associazione mafiosa, anche la truffa aggravata per il conseguimento di fondi pubblici legati ai contributi comunitari all’agricoltura erogati dall’Arcea. Nel mirino dell’antimafia il mandamento jonico, il cuore della ’ndrangheta e riferimento delle sue articolazioni extraregionali, nazionali ed estere. Le indagini hanno consentito di individuare le gerarchie e gli organigrammi di ben 23 consorterie criminali della Locride, le cariche e le strutture interne, tra loro ordinate in senso piramidale, di cui la ’ndrangheta si è dotata negli ultimi anni. Gli arresti furono eseguiti dal Ros, dal Comando provinciale dei carabinieri di Reggio e dal Gruppo di Locri.

Il ruolo della famiglia Pelle-Gambazza


Dagli atti dell'operazione emerge il ruolo della famiglia "Pelle Gambazza" ed in particolare di Giuseppe Pelle, non solo con riferimento del "mandamento ionico" in cui la cosca opera, ma di tutta l'organizzazione a livello "provinciale". Il boss viene consultato ed assume le decisioni finali in relazione a diverse questioni riguardanti la concessione di "doti" e cariche in tutta la "Provincia", dissidi interni anche a singole "locali", singole attivita' estorsive o comunque di infiltrazione negli appalti. Pelle sarebbe, dunque, "garante degli equilibri spartitori di tipo ndranghetistico tra le varie famiglie". Adesso la palla passa al Gup Filippo Aragona, il quale ha già fissato l'udienza preliminare il prossimo 21 maggio. 

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