Gli insegnanti al termine dell'assemblea: «Se vi sono state azioni che hanno incrinato la fiducia tra le componenti scolastiche, vanno perseguite nelle sedi opportune. Stop a generalizzazioni e processi sommari»
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All’alba del terzo giorno di occupazione degli studenti, al liceo scientifico Valentini di Castrolibero la tensione si taglia a fette. E vola pure qualche parola grossa con accenno di rissa tra un ragazzo ed un insegnante che avrebbe voluto a tutti i costi forzare il blocco imposto dagli alunni. I due sono venuti alle mani, poi gli animi si sono calmati.
Basta generalizzazioni
Subito dopo i docenti hanno deciso di riunirsi in un collegio straordinario. In queste ultime ore si sono sentiti sulla graticola e non intendono sopportare oltre le generalizzazioni delle accuse infamanti diffuse anche dai media nazionali. Se uno di loro ha abusato del proprio ruolo per commettere degli abusi è giusto che venga punito, ma fare di tutta l’erba un fascio sarebbe un errore: questa la sintesi del documento diffuso al termine dell’assemblea e che qui riportiamo integralmente.
Il documento dei docenti
«I docenti dell’IIS Valentini-Majorana di Castrolibero esprimono profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella nostra scuola. Da giorni si è innescato un incontrollato circuito mediatico che rischia di travolgere nel suo complesso l’intera comunità scolastica. Una comunità scolastica vive di fiducia, di responsabilità, di collettiva condivisione di obiettivi comuni, a partire da quello fondamentale costituito dalla crescita formativa e umana delle giovani generazioni. È questo l’orizzonte fondamentale al quale, come professionisti dell’educazione, abbiamo dedicato, non senza sacrifici, la nostra vita».
Non siamo la vostra controparte
«Vogliamo quindi dire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi che hanno messo in atto iniziative di protesta in questi giorni che noi, docenti, personale Ata, dirigenza scolastica non siamo la loro controparte. Alle studentesse, agli studenti, alle famiglie diciamo oggi di stare tranquilli: la scuola che frequentano, dove stanno crescendo e a cui hanno affidato i loro figli, è un luogo sicuro. Se ci sono stati nel corso di questi anni azioni, comportamenti, episodi che hanno in qualche modo incrinato il rapporto di fiducia tra le diverse componenti scolastiche è interesse di tutti che questi emergano in piena luce e siano valutati e perseguiti nelle sedi opportune, comprese quelle giudiziarie».
Rischio di generare ferite profonde
«È interesse soprattutto di noi educatori, fortemente consapevoli della responsabilità di un lavoro non solo difficile ma troppo spesso avaro di soddisfazioni sia umane che professionali, che la verità si affermi pienamente. Di una cosa dobbiamo essere tutti certi: non ci può essere alcuna tolleranza per ogni forma di molestia sessuale, di violenza fisica o verbale che offenda la dignità di tutti e in particolare di soggetti minori e in formazione. Allo stesso tempo è necessario evitare inaccettabili generalizzazioni o processi sommari che sempre lasciano solo macerie e ferite profonde che difficilmente potranno essere rimarginate. Occorre ricostruire il corretto rapporto educativo che si basa sulla consapevolezza e il rispetto dei ruoli di ciascuno. Non crediamo sia necessario ricordare che in una società democratica vige il principio fondamentale della responsabilità, che come dice la nostra Costituzione, è sempre individuale e personale. Dobbiamo, infine, assumerci una responsabilità collettiva come educatori, come studenti, come famiglie: quella di essere comunità che lavora unitariamente alla crescita di questa nostra terra con dignità ed onore. A questo impegno, ne siamo certi, nessuno verrà meno nei prossimi giorni e nelle prossime settimane e nel prossimo futuro».
Verso la fine dell'occupazione?
Ora che la problematica è stata sollevata, l’occupazione potrebbe terminare già all’inizio della prossima settimana mentre la magistratura, con l’ausilio dei carabinieri della locale stazione, procederà ad approfondire le denunce, sarebbero almeno una ventina, che cominciano ad arrivare nella locale caserma.