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La Polizia di Stato a seguito di indagini coordinate dalla Procura Distrettuale del capoluogo ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di altrettanti esponenti delle cosche Giampà, Torcasio e Cerra, per l’omicidio di Pasquale Izzo, 43 anni, e Giovanni Molinaro, 26 anni, avvenuto nel dicembre del 2000. Le vittime, al momento del delitto, si trovavano all’interno di un affollato bar di Lamezia Terme; localizzate dal commando omicida, vennero fatte segno di numerosi colpi di revolver ed uccise.
Arrestati:
Aldo Notarianni, nato a Nicastro (CZ), ora Lamezia Terme, 51 anni
Giovanni Notarianni, detto “Gianluca”, nato a Lamezia Terme, 45 anni
Antonio Villella, detto “Crozza”, nato a Lamezia Terme, 40 anni
Vincenzo Torcasio, nato a Lamezia Terme, 36 anni
Pasquale Gullo, nato a Lamezia Terme, 45 anni
Il provvedimento restrittivo applicato ai cinque esponenti mafiosi, sollecitato dal Procuratore Aggiunto, Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore Elio Romano, mette a frutto le indagini condotte dalla locale Squadra Mobile e del Commissariato di Polizia di Stato di Lamezia Terme, le cui evidenze hanno consentito di ricostruire il cruento fatto di sangue facendo piena luce sulle modalità di consumazione del delitto e sul contesto di ‘ndrangheta in cui si era realizzato.
Il ruolo dei collaboratori - L’attività d’indagine condotta dagli uomini della Questura di Catanzaro, concretizzatasi nel minuzioso raffronto tra le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Giampà, Angelo Torcasio, Pasquale Giampà, Pasquale Catroppa e Gioacchino Marco Macrina e nell’individuazione di una molteplicità di riscontri al loro narrato, ha permesso di delineare un solido quadro probatorio utile alle contestazioni di cui all’odierno provvedimento cautelare.
La vendetta il movente del duplice omicidio - E’ stato così accertato che Nino Torcasio e Pasquale Giampà soprannominato “Boccaccio”, capi della cosca di ‘ndrangheta Cerra-Torcasio-Giampà di Lamezia Terme - unitaria prima dell’intervenuta scissione fra i Torcasio ed i Giampà - al fine di vendicare l’assassinio di Giovanni Tocarsio, rimasto ucciso nel cruento scontro passato alle cronache come prima guerra di mafia di Lamezia Terme, dopo aver effettuato vari incontri con gli affiliati più rappresentativi della cosca, tra i quali gli odierni arrestati, decretarono l’omicidio di Pasquale Izzo, ritenuto affiliato all’avversa cosca Iannazzo, dando mandato per l’esecuzione a Aldo Notarianni, Maurizio Giampà, Giuseppe Giampà, Antonio Villella e Giovanni Notarianni detto “Gianluca”.
La ricostruzione del delitto - Aldo Notarianni, materiale esecutore, e il defunto Maurizio Giampà, conducente dell’autovettura utilizzata dal commando, intorno alle 20,00 del 6 Dicembre del 2000, dopo aver ricevuto l’arma da Giuseppe Giampà e l’autovettura da Antonio Villella, raggiungevano un bar in via del Progresso a Lamezia, assai frequentato a quell’ora, ove era stata segnalata la presenza di Pasquale Izzo; entrato all’interno del locale, Aldo Notarianni, esplodeva quattro colpi di revolver cal. 380 all’indirizzo della vittima predestinata ed uno contro Giovanni Molinaro, che in quel momento si trovava insieme al primo, uccidendo entrambi; i due killer raggiungevano, subito dopo, il luogo designato per lo “scambio di macchina” ove venivano prelevati da Giovanni Notarianni detto “Gianluca”, che dopo aver incendiato il veicolo utilizzato, li scortava lontano dal luogo del delitto.
Pasquale Gullo è stato rintracciato presso la sua abitazione lametina mentre agli altri indagati il provvedimento restrittivo è stato notificato presso la Case Circondariali dove già si trovavano detenuti per associazione mafiosa e, per quanto riguarda Aldo Notarianni, anche per un altro omicidio.
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