Quattro giorni senza medico a bordo. Ambulanze con autista e infermiere, non abilitati a dare farmaci e con il potenziale dramma di trovarsi tra le mani qualcuno che sta spirando senza potere intervenire. Lamezia vive questa situazione da ormai quattro giorni consecutivi.

Lo denunciano gli stessi operatori del 118 il cui grido di allarme sta rimanendo inascoltato, così come lo sono state anche le denunce sui pochi, pochissimi mezzi di soccorso su strada tali da dovere spesso appurare che la sede pet di competenza è senza ambulanza e dovere fare il calcolo chilometrico per capire da dove convenga fare arrivare il soccorso.

Ma spesso si tratta di ambulanze che affrontano strade impervie, distanze massicce e impiegano dai trenta ai quaranta minuti ad arrivare quando va bene. I mezzi risultano acquistati dall’Asp poco prima che questa ritornasse ad essere amministrata e non commissariata. Ma i numeri forniti dall’allora prefetto Latella non coincidono con i mezzi operativi nelle emergenze.

C’è poi il problema dei medici: i camici bianchi sono sempre meno e un servizio di emergenza con pochi mezzi e scarsi professionisti non crea certo fiducia nel cittadino. Domenica scorsa, ad esempio, sia Lamezia che Falerna sono state operative demedicalizzate, costringendo Soveria Mannelli a dovere “coprire” un territorio di 150 mila abitanti circa.

Sulla vicenda si è espresso anche il Codacons. Duro l’affondo del presidente Di Lieto: « Rimane solo un miraggio il rispetto dei tempi di soccorso, 8 minuti nelle aree urbane e 20 per quelle extraurbane. Come dire: se l’ambulanza si trova a Girifalco oppure a Soveria Mannelli quando riuscirà a raggiungere il centro di Lamezia o i paesi dell’entroterra, grazie anche alla efficienza della rete viaria, troverà sui muri i manifesti funebri». «Non ci sono parole per chi ha “tradito” la professione medica approvando dei protocolli che prevedono la presenza di infermieri da soli a bordo delle ambulanze – prosegue Di Lieto - . Una guerra che si combatte sulla pelle dei calabresi. Ma v’è di più. Si narra di piastre monouso scadute e che quelle in dotazione sulle ambulanze siano “metalliche” ovvero quelle che un infermiere, senza medico accanto, non è abilitato ad usare. Praticamente continuiamo ad essere “in braccio a Maria” mentre si pensa a costruire nuovi “Ospedaletti” scaricando le responsabilità sui medici di famiglia.