Giornata di interrogatori nell’ambito dell’inchiesta che mira a far luce su tutte le disfunzioni che si sono registrate in questo mese nella raccolta dei rifiuti a Vibo Valentia e frazioni. Un’indagine ad ampio raggio che prende in esame l’intero contratto d’appalto ed il mancato rispetto delle singole voci che compongono il capitolato. Dieci milioni di euro in tre anni con i quali l’impresa catanese “Dusty” deve assicurare l’espletamento del servizio che, oltre alla raccolta dei rifiuti, prevede lo spazzamento di strade, marciapiedi ed aiuole, la potatura degli alberi, l'eliminazione delle erbacce a bordo strada e la pulizia delle spiagge comunali dal 15 maggio al 15 settembre. 

Dopo la responsabile del settore Ambiente del Comune di Vibo Valentia, Adriana Teti, e del funzionario dello stesso settore Alfonso Colaci, gli uomini della sezione di polizia giudiziaria, aliquota “Nucleo Ambiente” della Procura - guidati dal luogotenente Gaetano Vaccari - si stanno concentrando ad ascoltare diversi responsabili della ditta “Dusty”. 

Se i due dirigenti del Comune - Adriana Teti e Alfonso Colaci - sono infatti per legge responsabili del controllo in ordine al rispetto della perfetta esecuzione del contratto d’appalto da parte della ditta, i responsabili della “Dusty” possono fornire utili elementi per comprendere cosa realmente non ha funzionato nel mese di agosto nella raccolta dei rifiuti ed i motivi alla base della trasformazione della città in una sorta di “pattumiera” a cielo aperto con tanto di micro-discariche sorte in ogni angolo della città, dal centro alla periferia. Di certo non mancano gli interrogativi che i carabinieri - coordinati dal procuratore Bruno Giordano - possono formulare ai responsabili della ditta “Dusty”, atteso anche il prelievo di diversa documentazione dagli uffici di “palazzo Luigi Razza” ed acquisita agli atti dell’indagine. 

L’inchiesta rischia quindi allargarsi a macchia d’olio, fra controllori e controllati, fra omessi controlli e conflitti di interesse. Individuate le singole fattispecie di reato commesse in materia di rifiuti nel mese di agosto, il cerchio degli inquirenti si stringe sui responsabili a cui attribuire singole contestazioni di natura penale. Tante le cose che non tornano in una vicenda ancora tutta in divenire ma che promette nuovi e clamorosi sviluppi. Se già all’inizio dell’indagine più di qualcuno al Comune di Vibo aveva iniziato a non dormire più sonni tranquilli, dopo gli interrogatori dei responsabili della “Dusty” la preoccupazione per molti sale ulteriormente. Il tutto mentre la politica cittadina è invece impegnata in queste ore in uno stucchevole “botta e risposta” fra il gruppo consiliare di “Vibo Unica, gli assessori della giunta guidata dal sindaco Elio Costa ed i capigruppo di maggioranza. Persino la semplice richiesta di convocazione di un Consiglio comunale per discutere dell’emergenza rifiuti è diventata terreno di scontro politico,con il “caso” delle presunte firme false dei consiglieri di “Vibo Unica”, sul documento di richiesta del Consiglio, sollevato dal consigliere Giuseppe Muratore.

 

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