«Prendete esempio dalla mia storia, dalla mia disgrazia, dalle persone volontarie che hanno cercato insieme a me e i miei compagni i miei familiari. Ci vogliono esseri umani che non distruggono, ma che costruiscono con il cuore e l’anima pulita che li accompagnano».

 

Angelo Frija, il padre trentaseienne dei piccoli Christian e Nicolò e il marito di Stefania Signore strappatigli via dalla furia del torrente Cantagalli il quattro ottobre scorso, a pochi giorni dai funerali lancia dal suo profilo facebook questo messaggio.Un messaggio che lascia il segno. Colpiscono le parole, il contenuto, ma anche la forza e l’amore di quest’uomo che ha perso tutto a 36 anni, che ha vissuto ore e giorni infiniti nella ricerca della sua creatura di appena due anni e che riesce ancora a comunicare speranza. Angelo le scrive rientrando da Paravati, dal regno di Natuzza: «Questa storia, questa disgrazia, questa data, quattro ottobre 2018, resterà per tutti noi un mistero per ciò che insegna. Troppe le cose che coincidono con la verità. I pettegolezzi, le troppe parole sono superflue. Nessuno può sentire, nessuno può provare, ma con questa storia ci si può provare a credere in qualcosa».

«Tante cose potrebbero cambiare»


«Le cose qui non vanno bene e tante cose potrebbero cambiare – dice ancora il papà di Christian e Nicolò - Le prime tra queste sono l’amore verso gli altri, il contagio e il coraggio di trasmetterlo. Poi ce sono altre come, ad esempio, assumere dipendenti che lavorano con il cuore e con un minimo di studio, le raccomandazioni e i permessi non devono esistere. Le tentazioni a non crederci devono sparire».

 

«Chi usa il cuore è più forte»


«Oggi siamo stati nel regno di Natuzza Evolo. Bellissima esperienza, grande conforto, enormi sensazioni che continuerò a sentire, con la preghiera con la fede e con il coraggio. Solo in questo modo si trova una soluzione. Ammiro e stimo i volontari di “Costa Nostra” o chi come loro fa gesti d amore per gli altri».
«Basta raccomandazioni – scrive ancora Angelo - basta soldi nel portafogli a persone furbe o meglio che si sentono furbe. I più forti di questa terra non sono loro, ma chi usa il cuore e mette amore in tutto ciò in cui crede. Io vi consiglio di stare sereni e tranquilli perché la calma e la pazienza vi renderanno forti ,molto forti, più forti di me in questo momento».

«Compagni nel dolore»


E ci si stenta quasi a credere in quanta forza e lucidità traspaia in queste parole. In come un uomo che amava alla follia la sua famiglia, il suo nido, possa riuscire ad esternare parole di tale conforto per gli altri. Un appoggio quello della fede fondamentale per Angelo che, infatti, ringrazia «Don Pino di Curinga e padre Mosè della Mortilla di Gizzeria che mi stanno aiutando ancora a tenere la fede, specie dopo il ritrovamento di Nicolò e questa visita di oggi che mi porta alla verità nel mio mondo». «Io ed il mio mondo insieme ai miei angeli Stefania Christian e Nicolò preghiamo per tutti voi che siete stati compagni nel dolore e nel conforto. Grazie di cuore a tutti. Insieme possiamo crederci molto di più. Grazie .Vi vogliamo tanto bene».

 

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