"Il procuratore Gratteri non si tocca". È questo il leitmotiv del sit-in che si sta svolgendo in queste ore a Piazza Matteotti a Catanzaro, a pochi passi dagli uffici della Procura della Repubblica. La manifestazione - denominata Scorta Civica per Nicola Gratteri - ha calamitato l'attenzione di organizzazione sindacali, movimenti e semplici cittadini che hanno deciso di aderirvi all'indomani delle rivelazioni circa la preparazione di un attentato ai danni del capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. «È una iniziativa nata da Adriana Musella che sui social ha lanciato un appello - ha spiegato Fabio Gallo, portavoce del movimento civico Noi e fra gli organizzatori della manifestazione -. In tanti hanno poi prontamente aderito anche sulla scorta delle nuove minacce subite ieri dal procuratore sui social. Abbiamo volutamente ristretto la partecipazione per consentire alle forze dell'ordine di garantire l'ordine pubblico».

Una mobilitazione scattata appunto dopo la notizia, degli scorsi giorni, di un possibile attentato che le cosche di ‘ndrangheta avrebbero architettato per uccidere il magistrato calabrese. «Vogliono uccidere Gratteri. Lo vogliono far saltare in aria nel percorso tra casa e Procura», questa l’intercettazione captata in Sud America e trasmessa alle autorità italiane, pubblicata in un articolo del Fatto Quotidiano.

Una notizia che lo stesso Gratteri ha confermato senza però commentarla. Il 18 gennaio 2020, nello stesso luogo, andò in scena un’altra manifestazione sempre a sostegno del magistrato calabrese: “Tutti uniti con Gratteri”. In quell’occasione migliaia di persone giunsero il capoluogo di Regione da tutt’Italia per sostenere il lavoro del procuratore nella lotta alla ‘ndrangheta.

Alla manifestazione è presente anche il presidente della commissione nazionale antimafia, Nicola Morra: «La commissione antimafia – ha dichiarato – ha preso in considerazione e si sta determinando favorevolmente in tal senso per audire direttamente il procuratore Nicola Gratteri. Anche perché è risaputo che il procuratore è il massimo specialista di contrasto al narcotraffico di origine sudamericana. Proprio qualche giorno fa è stato ammazzato un importante magistrato di origine italiana ma paraguayano in vacanza, probabilmente da narcos. Purtroppo si sottovaluta l’emergenza cocaina su cui di fatto la ‘ndrangheta ha realizzato di fatto un monopolio asfissiante e non si vuole prendere atto della diffusione e dei margini di profitto che la cocaina garantisce ai clan»

«Qui bisognerebbe dar supporto ai magistrati che svolgono davvero il loro lavoro – ha aggiunto ancora Morra -. Non sono tantissimi sia chiaro perché ci sono tanti magistrati che si divertono a brigare per ottenere importanti incarichi i vertici degli uffici giudiziari non per merito ma per relazione e conoscenza. Ma allo stesso tempo si fa venir meno fiducia ai cittadini nei confronti delle istituzioni e della giustizia. Se in uno Stato l’amministrazione della giustizia inizia ad avere difficoltà la democrazia stessa è in difficoltà».