«Negli ultimi 20 anni il rapporto si è capovolto, prima gli ‘ndranghetisti cercavano i politici, ora è il contrario: i politici vanno dagli ‘ndranghetisti per avere pacchetti di voti».

A parlare è il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri che, ospite della trasmissione Dimartedì in onda su La7, commenta la maxi inchiesta Rinascita-Scott che porta la sua firma scattata lo scorso 18 dicembre e che ha portato a 330 arresti.

«Oggi la 'ndrangheta è più credibile rispetto alla politica – ha dichiarato ancora il magistrato - Il capomafia è sul territorio 365 giorni all’anno, dà riposte, la politica in alcuni territori è completamente assente. Molte volte è addirittura la ‘ndrangheta a designare il candidato a sindaco.

La ‘ndrangheta – ha proseguito Gratteri - è l’unica mafia presente in tutti i continenti, radicata perché ha un sistema clone con regole valide in tutto il mondo»».

In collegamento anche Marco Travaglio, direttore de Il fatto quotidiano che parla dell’operazione coordinata dalla Procura guidata da Gratteri «come qualcosa di molto vicino a quello che accadde in Sicilia con la maxi retata che diede il via al processo per la morte di Falcone e Borsellino».

L’inchiesta Rinascita-Scott – ha detto ancora il giornalista - «è una questione nazionale. Mi meraviglio come le altre testate nazionali gli abbiano dato poco spazio. La Calabria è una delle principali regioni d’Italia, le stesse scene le abbiamo viste in diverse altre regioni del Nord Italia».

Incalzato poi da Giovanni Floris sul tema della prescrizione dei processi e sulla possibile abolizione il procuratore di Catanzaro ha dichiarato che «parlare ancora di questo termine non è da paese civile, vorrei un sistema giudiziario dove un fascicolo non rimane in piedi 5-6 anni. Serve costringere la politica – conclude Gratteri – a fare riforme per velocizzare i processi».