«Impugneremo la parte non accolta dal gip. Cercheremo di ottenere dal Riesame quello che non ha deciso di non concedere il giudice». Così il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio ai nostri microfoni. Le indagini della Guardia di finanza che hanno portato agli arresti domiciliari il sindaco di Riace Mimmo Lucano, hanno riguardato infatti anche la gestione dei flussi di denaro pubblico destinati alla gestione dell'accoglienza dei migranti al cui esito sarebbero emerse e riscontrate irregolarità. Sul punto, tuttavia, il gip Domenico Di Croce, nella sua ordinanza, ha affermato che «ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt'altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l'esecuzione dei progetti Sprar e Cas, ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell'attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate».


Dal canto suo la Procura - che aveva chiesto al gip altri 14 arresti domiciliari oltre a quello eseguito per Lucano - fa sapere che procederà nei prossimi giorni ad approfondire «ogni opportuno aspetto per presentare l'eventuale, apposito ricorso al Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, fermo restando che - spiega il procuratore capo - dalle indagini è comunque emersa una pluralità di situazioni che, nell'immediatezza, impone la trasmissione degli atti alla Procura regionale della Corte dei Conti ai fini dell'accertamento del connesso danno erariale».

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