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C'erano le mani della cosca Arena sul Parco eolico 'Wind Farm' di Isola Capo Rizzuto che con i suoi 48 aerogeneratori è considerato tra i più grandi in Europa per estensione e potenza erogata. Dietro l'affaire milionario Pasquale Arena 59 anni, dirigente al Comune di Isola Capo Rizzuto, fratello di Carmine, morto nell'ottobre del 2004 in un agguato di stampo mafioso, nonché erede del vecchio capo clan Nicola Arena. I sostituti procuratori della Repubblica di Catanzaro Paolo Petrolo e Domenico Guarascio hanno chiuso le indagini a carico di 24 indagati accusati a vario titolo di reati contro la Pubblica amministrazione, abuso di ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e interposizione fittizia delle quote societarie. Tra gli indagati compaiono anche i nomi di Carmelo Misiti, dirigente del Dipartimento Attività produttive della Regione Calabria e di Giuseppe Graziano, attuale consigliere regionale di maggioranza all?epoca dei fatti componente del Nucleo Via, che insieme ad altri colleghi avrebbero fornito parere favorevole riguardo la compatibilità ambientale del progetto per la realizzazione del parco eolico in località 'Le Cannelle' in assenza di apposita istruttoria, con l'aggravante di aver facilitato le illecite attività consortili facenti capo alla cosca Arena. Pasquale Arena in qualità di referente e gestore occulto della cosca, avvalendosi di prestanome interposti nella titolarità delle quote sociali e delle attività economiche, avrebbe avviato e realizzato, per conto della cosca, il Parco eolico formalmente di proprietà della 'Vent1 Capo Rizzuto srl', avvalendosi di una rete di società estere che sarebbero servite a nascondere il nome della famiglia Arena dietro l'affaire del Parco. Dalle attività investigative è emerso che lo stesso Pasquale Arena, avrebbe curato tutte le fasi realizzative del Parco eolico, direttamente o attraverso il cugino Nicola Arena, Carmine Megna, Frick Martin Josef, Roberto Gobbi. E sarebbe stato lui il capo anche quando uscì dalla 'Purena srl', dalla 'Vent1 Capo Rizzuto srl', società proprietaria del Parco eolico. Era lui il 'dominus' come lo ha definito il procuratore aggiunto anche quando venivano affidati ad altre imprese i lavori di realizzazione del Parco come la 'Veda snc di Ventura Fabiola & Co' di cui risultano proprietari fittizi Maiolo Giovanni e Fabiola Valeria Ventura. Dalle intercettazioni intercorse tra Carmine Megna e gli intermediari emerge la presenza di Pasquale Arena nelle trattative di vendita del Parco.
LA STRATEGIA DELLA COSCA PER SCHERMARE IL SUO INTERESSE NELL'AFFARE
Il clamore mediatico sulla realizzazione del Parco ha spinto Pasquale Arena a recidere i contatti diretti e ufficiali della famiglia con l?affare inducendo i soggetti interessati a promuovere una serie di modifiche nelle strutture societarie per schermare l?interesse della cosca alla realizzazione del Parco eolico. Che si serviva di una serie di cessioni. Quella delle quote inizialmente detenute dall'originario prestanome della famiglia Salvatore Nicoscia, nella 'Vent 1 Capo Rizzuto srl' pari al 10% alla 'Purena srl'. Le restanti quote della 'Vent1 Capo Rizzato srl' sono riconducibili ad una serie di società di diritto estero, Repubblica di San Marino e Germania. La cessione delle quote detenute dalla 'Purena srl' nelle restanti società alla 'Beteilimgungs - Pool Fur Energieund Umwelt Ag', società di diritto elvetico costituita proprio per nascondere il nome degli Arena. Modifiche societarie che hanno consentito di recidere, sia pure fittiziamente, qualsiasi collegamento ufficiale tra la 'Vent 1 Capo Rizzato srl' e Nicola Arena e Carmine Megna, che hanno continuato comunque a essere i principali referenti nell'affare di Pasquale Arena e di tutta la cosca Arena.
LE INTERCETTAZIONI
Dalle risultanze intercettive di alcune conversazioni è stato possibile verificare che il boss Nicola Arena, non appena uscito dal carcere dopo un lungo periodo di detenzione, sottoposto al 41 bis, non solo chiedeva il conto allo stesso Pasquale dell'iniziativa economica intrapresa durante la sua assenza, ma avrebbe manifestato l'intenzione di riprendere il controllo degli affari di famiglia interessandosi alla vendita del Parco. Circostanze che oltre a rilevare il grado di autonomia con cui Pasquale Arena ha gestito l'affare in assenza del capo, hanno dimostrato come la vendita del Parco rispondeva ad un preciso disegno strategico della cosca. Diverse le violazioni commesse sia nelle procedura amministrativa finalizzata al rilascio dell'autorizzazione unica da parte del dipartimento delle Attività produttive della Regione Calabria, sia nell'osservanza dei vincoli paesaggistici, archeologici ed urbanistici esistenti nella zona interessata.
NOMI DEGLI INDAGATI
Pasquale Arena, 59 anni, dirigente del Comune di Isola Capo Rizzuto, fratello di Carmine - assassinato nell?ottobre 2004 in un agguato di stampo mafioso -, Nicola Arena, 75enne ritenuto capo storico del clan crotonese, Nicola Arena, 48enne cugino di Pasquale, Carmine Megna, Martin Josef Frick, committente dei lavori per la realizzazione del parco eolico, rappresentante legale della società «Vent1 Capo Rizzuto srl». Roberto Gobbi, ed il figlio di quest?ultimo, Maximiliano Gobbi, Giovanni Maiolo, Fabiola Valeria Ventura, Martin Zwichy, amministratore della società di diritto elvetico «Beteiligungs-Pool fur Energieund Umwelt ag». Salvatore Nicoscia; i componenti del Nucleo di valutazione impatto ambientale della Regione Calabria (Nucleo Via) Giuseppe Graziano, attuale consigliere regionale di centrodestra, Salvatore Curcio, Antonino Genovese, Vincenzo Iacovino, Giovanni Misasi, Vittoria Imeneo, Egidio Michele Pastore, Luciano Pelle, Annamaria Ranieri, Domenico Vasta, Massimo Zicarelli; Giuseppe Ferraro, presidente della «Conferenza di servizi» per il rilascio dell?Autorizzazione unica per l?impianto eolico; Carmelo Misiti, dirigente del Settore numero 2 del Dipartimento Attività produttive della Regione Calabria; Stefano Colosimo, ingegnere progettista per conto della «Vent1 Capo Rizzuto srl».
Gabriella Passariello