VIDEO | Tre colpi: uno al petto, due in testa. Un omicidio di 'ndrangheta eccellente. Pietro Longobucco fu condannato per associazione mafiosa già nel corso del processo Set-Up
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Tutti gli indizi riporterebbero ad un nome: quello del boss coriglianese Pietro Longobucco, 51 anni alias U iancu i varrili. Gli inquirenti ritengono possa essere suo il cadavere dell’uomo rinvenuto in mare e ritrovato dalla Guardia Costiera, nello specchio d’acqua antistante le coste del porto di Schiavonea a Corigliano-Rossano.
La certezza si avrà soltanto all’esito dell’esame del Dna. Ma almeno un dato sembrerebbe certo: si tratta di un omicidio di ndrangheta. Tre i fori sul corpo: uno al petto e due al cranio. E poi le gambe piegate come fosse stato messo inginocchio. L’omicidio risale a una settimana fa, esattamente il periodo di tempo in cui si sarebbero perse le tracce dell’uomo.
Al momento del ritrovamento, il cadavere era nudo, privo di qualsiasi indumento, e con i segni evidenti di decomposizione della pelle dovuta proprio al lungo periodo di stazionamento all’interno dell’acqua del mare. Sarà il complesso esame autoptico a confermare la dinamica del delitto.
Sul caso indagano i carabinieri della Compagnia di Corigliano, guidata dal capitano Cesare Calascibetta, diretti dal procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla. Trattandosi di un presunto omicidio di ‘ndrangheta le indagini, però, potrebbero passare presto alle competenze del capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. Longobucco è stato condannato per associazione mafiosa, ed altro, in esito ai processi Set-Up e santa tecla ed è indicato come uno dei maggiorenti della ndrina coriglianese.