Sono 51 le parti civili che si sono costituite, la maggior parte sono lavoratori. In cinque scelgono il rito alternativo. Per gli altri il pm ha chiesto il rinvio a giudizio
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Sono 51 in totale, le parti civili che si sono costituite nel corso dell’udienza preliminare che vede imputate 10 persone nel caso dello sfruttamento dei lavoratori in cinque supermercati riconducibili a Paolo Paoletti, distribuiti tra Montepaone, Soverato e Chiaravalle Centrale.
La stragrande maggioranza delle 51 parti civili è composta da da dipendenti che sarebbero stati vessati.
Nel corso dell’udienza l’imprenditore Paolo Paoletti, difeso dagli avvocato Sergio Rotundo e Francesco Gambardella, ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo responsabilità in merito a determinati addebiti che gli vengono contestati.
In virtù dell’affievolimento delle esigenze cautelari, avendo scelto Paoletti il rito abbreviato, è stata disposta la sua scarcerazione e il passaggio agli arresti domiciliari.
Hanno scelto il rito abbreviato, oltre a Paoletti, Rosario Martinez Paoletti, Vittorio Fusto, Tiziana Nisticò, tutti dipendenti e collaboratori di Paolo Paoletti. Abbreviato anche per Vito Doria, c
Per loro il procedimento proseguirà il prossimo 18 giugno.
Non hanno chiesto riti alternativi Antonio Citriniti, Paolo Giordano, Maria Teresa Panariello, Giorgio Rizzuto, Anna Valentino, anche loro collaboratori di Paoletti, e le due società coinvolte Food & More srl e Paoletti spa. Nei loro confronti il pm Saverio Sapia ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare proseguirà il prossimo 28 aprile per repliche del pm e decisione del gup Mario Santoemma.
Retribuzioni inadeguate, o comunque insufficienti rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto (4,00 euro all’ora, a fronte di una prestazione di attività lavorativa di oltre 50 ore a settimana) parte della retribuzione sottratta (con restituzione in contanti) dietro la minaccia del licenziamento e facendo leva sullo stato di bisogno dei dipendenti. Questo e molto altro racconta l’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro e coordinata dal procuratore Salvatore Curcio, dall’aggiunto Giulia Pantano e dal sostituto Saverio Sapia.
Inoltre, secondo quando già emerso nel corso dell’esecuzione della misura cautelare, Paoletti e la moglie Anna Valentino avrebbero adoperato all’interno degli uffici amministrativi, un impianto di intercettazione ambientale consistente in un registratore con risponditore automatico al fine di controllare a distanza due dipendenti e tutti i lavoratori presenti nella stanza.
A Paoletti, Valentino, Rizzuto e Nisticò viene contestato, a vario titolo, il reato di estorsione per aver costretto otto dipendenti, tanti ne conta la chiusura indagini, a «
r estituire parte della retribuzione dietro la minaccia di licenziamento».Nel collegio difensivo gli avvocati Sergio Rotundo, Giuseppe Partenope, Giuseppe Fonte, Vincenzo Vaiti, Domenico Cortese, Salvatore Giunone, Helenio Cartaginese, Marco Sinopoli, Francesco Gambardella, Antonio Balladelli, Aldo Casalinuovo, Carlo Petitto, Vincenzo Iiritano, Gaspare Guarino, Lorenzo Guarino.