Il barcone, collocato all’interno del parco Pitagora, ha subito dei danneggiamenti. Il consorzio Jobel sollecita più controlli: «È il terzo episodio nel giro di poche settimane»
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Ignoti, la notte scorsa, hanno dato fuoco all'opera realizzata dall'artista Massimo Sirelli per ricordare il naufragio di migranti avvenuto nel febbraio dello scorso anno sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Si tratta dell'imbarcazione San Nikolaus, un barcone di 12 metri che era approdato al porto di Crotone il 22 marzo 2022 con a bordo dodici migranti di nazionalità curda e il cui relitto, trasformato dall'artista Sirelli su impulso di un'associazione di volontariato in un'opera multicolore dedicata all'accoglienza, era stato collocato all'interno del parco Pitagora, dove ha sede anche l'omonimo museo.
L'incendio dell'imbarcazione
I malviventi per entrare nel parco hanno rotto una grossa catena e hanno incendiato l'imbarcazione che comunque non è andata completamente distrutta. Sono stati i vigili del fuoco del comando provinciale di Crotone. Nelle scorse settimane altri due incendi erano stati appiccati all'interno del parco danneggiando panchine e alberi.
«La crudeltà dei vandali, di questi criminali, non si ferma davanti a niente - afferma una nota del Consorzio Jobel che gestisce il parco -. È il terzo incendio nel giro di poche settimane. Il consorzio Jobel chiede alle autorità tutte maggiori tutele e attenzioni e l’avvio di indagini approfondite e soprattutto una prevenzione particolare. La situazione diventa sempre più insostenibile».
Il consorzio si chiede «a chi dà fastidio l’opera di rigenerazione umana, sociale e culturale che si fa al museo e giardini di Pitagora? Perché questi atti così frequenti? Si tratta di vandalismo o di azioni mirate? Guarda caso questi atti vandalici sono sempre coincidenti con azioni importanti del consorzio Jobel. In queste settimane la mostra su Leonardo da Vinci ha avuto un successo di pubblico eccezionale e ci si avviava alla programmazione estiva. È urgente più che mai avviare i lavori di ripristino delle telecamere e delle recinzioni e di maggiore tutela di chi si pone al servizio solidale della comunità», conclude la nota.