Il Tribunale collegiale di Crotone, ha assolto, con la formula per non aver commesso il fatto, Casim Ahmet e Sabry Mohamed El Beddawy, assistiti rispettivamente dagli avvocati Cristian Cristiano e Francesco Santelli dall’imputazione di essere stati gli scafisti dello sbarco avvenuto il 22 agosto 2022 riguardante novantadue migranti, avvenuto sulle coste di Crotone, disponendone dopo oltre un anno e due mesi l’immediata scarcerazione. La sentenza è arrivata al termine di un’istruttoria nel corso della quale è stato possibile investigare le modalità di individuazione dei presunti scafisti di ogni sbarco nonché la modalità di   assunzione delle dichiarazioni degli stessi migranti, con specifici riferimenti anche alle nomine di interpreti e difensori.

La procura di Crotone aveva chiesto la condanna dei presunti scafisti

All’esito, la Procura aveva insistito per una condanna, per entrambi gli imputati, alla pena di nove anni di reclusione, poi disattesa dal Collegio in accoglimento delle argomentazioni dei difensori degli imputati che avevano evidenziato, in particolare, l’impossibilità di giungere ad una pronuncia di colpevolezza unicamente sulla scorta di dichiarazioni assunte nell’immediatezza dello sbarco, da migranti presenti a bordo dell’imbarcazione, scelti a caso dalla P. G. operante e che poi, in dibattimento, la difesa non aveva avuto la possibilità di esaminare, essendosi resi gli stessi nel frattempo irreperibili.

Lo scontro processuale

Da qui la richiesta della Procura di acquisire ed utilizzare quelle sommarie informazioni, osteggiata dalla difesa in ragione della circostanza che non potevano essere gli imputati a pagare, con la contrazione delle garanzie difensive, il ritardo determinato dall’ufficio GIP che aveva impiegato quasi sette mesi ad accogliere la richiesta di incidente probatorio tempestivamente avanzata dall’ Ufficio di Procura dopo soli pochi giorni dallo sbarco, incidente probatorio ovviamente andato deserto in cui non si erano potuti ascoltare, nel contraddittorio, i migranti nel frattempo spariti. Da qui le ulteriori osservazioni svolte in discussione dagli avvocati Cristiano e Santelli tese ad inficiare, in ragione di una serie di dati errati, pur riportati nei verbali, quanto ad orari e modalità di escussione, l’affidabilità delle stesse dichiarazioni, raccolte in un contesto emergenziale con  interpreti nominati sul momento e difensori uguali per tutti i migranti ed uguali per tutti i presunti scafisti, dichiarazioni sostanzialmente sovrapponibili tra di loro negli elementi essenziali.

«La sentenza, in attesa delle motivazioni, che restituisce la libertà a Casim e Sabry, apre ad importanti considerazioni in merito alla prassi oramai in essere in occasione degli sbarchi ove, per come emerso ampiamente nel corso dell’istruttoria, tutto è condizionato dalla ristrettezza dei tempi in cui si è costretti ad operare ma che, non per questo, può legittimare processi diversi generando imputati diversi, dove, la diversità consiste nell’illegittima compromissione del diritto di difesa, di contro garantito per gli imputati normali» dichiarano gli avvocati Cristiano e Santelli.