Il tampone prelevato nell’ospedale di Cetraro al soggetto dializzato proveniente dalla zona rossa, e per questo sottoposto al test del coronavirus, è stato analizzato nell’Unità Operativa Complessa di microbiologia e virologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Si tratta dell’unico centro di riferimento per la provincia bruzia, per la ricerca del famigerato Sars COV 19.

Un solo referto

Il referto non lascia dubbi: l’esito è positivo. Non esistono controanalisi di sorta né altri campioni di questa stessa persona sottoposti a controllo. Non in Calabria. Come da protocollo, invece, con l’ausilio di un’auto medica, il tampone è stato correttamente inviato all’Istituto Superiore di Sanità per la conferma. A breve saranno comunicati gli esiti.

Perché il risultato va convalidato da Roma

«L’esame di conferma della presenza su un paziente di questa infezione, comporta l’impiego di una tecnica di biologia molecolare molto complessa – spiega Cristina Giraldi, direttrice dell’unità situata nel complesso dell’ospedale dell’Annunziata – L’obbligo di sottoporre all’Istituto Superiore di Sanità, i campioni risultati positivi al coronavirus, regola questa che vale in tutta Italia, deriva dal fatto che, proprio per la novità della malattia, non c’è stato il tempo sottoporre i kit diagnostici a valutazione ministeriale. I test a disposizione della nostra unità, sono comunque affidabili e tra i migliori disponibili sul mercato».

Basso rischio di contagio

Cristina Giraldi chiarisce anche come mai non vengono eseguiti tamponi per la ricerca di coronavirus in persone asintomatiche: «Soprattutto perché il virus, nei soggetti asintomatici, ha una bassissima contagiosità. In altre parole è molto difficile che una persona infetta ma senza sintomi, possa trasmettere la malattia. Lo testimoniano anche le statistiche: il 95% delle sottoposte a tampone tra Lombardia e Veneto, sono risultate negative nonostante fossero state a contatto con pazienti positivi ma asintomatici».

Carenza di personale

La situazione è dunque sotto controllo, nonostante le carenze con cui anche questa unità operativa deve fare i conti: «Stiamo veramente lavorando con pochissimo personale» denuncia la direttrice dell’Unità Operativa Complessa di microbiologia e virologia dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. «Negli ultimi tre anni è dimezzato e non vediamo all’orizzonte la possibilità di impiegare nuovi addetti ai laboratori. Eppure credo che nonostante tutta la precarietà, questo caso è stato subito circoscritto e trattato nel migliore dei modi».