Quel del sindaco di Villa San Giovanni posto ai domiciliari è una storia politica-amministrativa alquanto travagliata. Oggi l'arresto insieme ad altre 10 persone
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni, ai domiciliari da ieri nell'ambito di un'indagine dei Carabinieri che ha portato all'arresto di 11 persone accusate a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, in un solo caso, concorso esterno in associazione mafiosa, è stato eletto primo cittadino l'11 giugno del 2017 a capo di una lista civica "LeAli per Villa". Siclari è fratello del senatore di Forza Italia Marco.
La sospensione
Un percorso politico-amministrativo accidentato, quello del primo cittadino arrestato. Il giorno dopo l'elezione venne sospeso per effetto della legge Severino, in quanto, come vicesindaco dell’ultima giunta, insieme all'allora sindaco Antonio Messina e a due assessori, era stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio nell’ambito del caso “Bandafalò”, per aver concesso autorizzazioni a lidi e stabilimenti costruiti in area demaniale. Dopo una prima sentenza favorevole al Tar, e un'altra sentenza favorevole al Consiglio di Stato, Siclari è stato proclamato sindaco nel giugno 2017 ed ha potuto riprendere la guida del Comune, che fino ad allora era stato affidato alla vice sindaco Mariagrazia Richichi.
L'accesso antimafia al Comune
Nell'ottobre 2017 su delega del ministro dell'Interno, il prefetto di Reggio Calabria aveva disposto un accesso ispettivo antimafia, che si era concluso positivamente per l'amministrazione in carica.
Si arriva così al 30 giugno del 2018, quando la Corte d’Appello assolve il sindaco da alcuni reati e ne dichiara uno prescritto. Per lui è il momento di riappropriarsi della fascia tricolore ed iniziare ad amministrare la città. Sarà proprio in questi mesi che, secondo la tesi della Procura, si sarebbe consumato il reato da parte del primo cittadino di Villa San Giovanni.
La crisi di maggioranza
Intanto, i problemi politici non finiscono qui, perché, dopo poco tempo, una parte della maggioranza inizia a manifestare un forte dissenso. Il gruppo “Riscatto civile”, dopo diverse schermaglie, decide di uscire ufficialmente dai banchi della maggioranza e accomodarsi all’opposizione. È l’inizio di un periodo di feroci polemiche, con la compagine di governo della città che si trova sempre più con numeri risicati. L’ultima polemica è proprio di qualche giorno fa con un “botta e risposta” fra “Riscatto civile” ed il sindaco.