Nel corso dell’indagine sviluppata dai Carabinieri, e denominata “Banco Nuovo” che ha portato all’esecuzione di 50 misure cautelari, è stata documentata, in particolare, l’esistenza di specifiche intese per la spartizione degli appalti, riservando quelli superiori alla soglia di 140/150mila euro esclusivamente alla locale di Africo, mentre quelli al di sotto di tale soglia sarebbero rimasti appannaggio delle cosche del territorio, senza alcuna ingerenza africota.

L’appalto del cimiteri e per la manutenzione della Caserma dei carabinieri

Non sono mancate, tuttavia, eccezioni alla regola, determinate essenzialmente dall’avidità dei singoli affiliati: in particolare, per l’appalto che prevedeva il consolidamento del cimitero di Brancaleone, ove nonostante l’importo dell’opera fosse decisamente inferiore a quello della soglia stabilita, la cosca africese riusciva ad inserirsi nella gestione indiretta dell’appalto, oppure nei piccoli lavori di manutenzione della caserma dei Carabinieri, per i quali preventivi accordi orientati dagli affiliati determinavano l’aggiudicazione a favore di una impresa compiacente, che lasciava eseguire l’opera a soggetti indicati e che canalizzava la remunerazione dell’appalto all’affiliato che si era adoperato per l’intermediazione.

Se i lavori si fermano a Bruzzano…

Peraltro, le conversazioni captate dei militari dell’Arma confermano come la sistematica infiltrazione negli appalti prescinda dalla stazione appaltante di riferimento e dal pur pesante controllo intimidatorio degli organi amministrativi istituzionale. Ne sono riprova, in particolare, le evidenze relative ai lavori di pulizia della strada provinciale che collega la frazione di Marinella a Bruzzano Zeffirio: benché l’opera prevedesse una pulizia dei bordi della strada per tutto il tratto della provinciale, gli operai dell’impresa aggiudicataria, una volta entrati nel comune di Bruzzano per proseguire i lavori, venivano avvicinati e veniva loro intimato di non “sconfinare” e a non proseguire nella zona di Bruzzano, poiché di pertinenza di un’altra cosca.

 

Analoga situazione è stata riscontrata dai Carabinieri di Bianco nel 2013, con riferimento alla conduzione dei lavori di ristrutturazione della Chiesa del “Santissimo Salvatore” della frazione Motticella, circostanza in cui l’imprenditore incaricato dell’opera è stato avvicinato da affiliati alle ‘ndrine di Bruzzano che gli hanno imposto le forniture dei materiali ed estorto denaro contante.