È il giorno del dolore a Limbadi. La comunità si stringe, ancora una volta, attorno alla famiglia Vinci. Diverse le presenze immerse in un clima di commozione generale intervenute nel piccolo centro del Vibonese per omaggiare Matteo, il giovane biologo  rimasto ucciso lo scorso 9 aprile a seguito allo scoppio di un’autobomba piazzata all’interno della propria autovettura. Vittima della barbarie mafiosa, Matteo su quel veicolo viaggiava accanto al padre Francesco (rimasto ferito, l’uomo è  rientrato a casa dopo il lungo ricovero in ospedale a Palermo, lo scorso 27 giugno).

La lettera della fidanzata Laura

La camera ardente, allestita nei locali della scuola media di Limbadi, ha fatto spazio allo svolgimento della cerimonia con rito civile. Toccanti, le parole di Laura, compagna e promessa sposa di Matteo (argentina, figlia di immigrati calabresi era partita alla volta della Calabria per coronare il suo sogno d'amore). È lei a tributargli il pensiero più profondo: «Posso solo ringraziarti - scrive - per tutto l'amore che mi hai dato, per aver visto in me una bellezza che ignoravo, per avermi amata più di te stesso, per avermi illuminato nel momento più buio». E ancora: «Sono stata scelta, ho avuto la fortuna di poter stare al fianco dell'uomo migliore che si potesse conoscere».

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Un fiume in piena nel quale la ragazza delinea anche il rapporto con gli altri: «Sei stato un buon figlio, un buon fratello, un buon amico e un buon compagno. Chi ti ha conosciuto di te può avere soltanto dei bei ricordi e la possibilità di ricordare qualche gesto di solidarietà». Un uomo sensibile e premuroso: «Vivrai sempre nei miei ricordi più belli perché come dicevi "Le persone non muoiono mai se non vengono dimenticate. A presto amore mio».

La celebrazione dei funerali

A partecipare alle esequie – nel piazzale della scuola Corrado Alvaro - poco più di duecento persone. Alle spalle della salma campeggia una foto del 43enne. In prima fila i genitori Francesco Vinci e Sara Scarpulla. E c'è pure  la zia del giovane, Pasqualina Corso,  colei che ha strappato dalle fiamme Francesco Vinci, tentando di salvare Matteo. Presenti anche l'avvocato Giuseppe De Pace, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, il fratello di Maria Chindamo, Vincenzo, i rappresentanti di Libera e del Movimento delle agende rosse.

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