Burrascosa riunione del direttivo dell’Anm che aveva all’ordine del giorno una presa di posizione sulla comunicazione dei magistrati con riguardo alle inchieste in corso
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Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, è stato il convitato di pietra del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati, che questa mattina - come riporta l’edizione online di Repubblica - aveva all’ordine del giorno la discussione di un documento di sostegno ai magistrati antimafia. Argomento sul quale si è creata una spaccatura tra le diverse anime del sodalizio.
Il testo, redatto da Area e Unicost, conteneva infatti un passaggio sulla comunicazione dei magistrati impegnati nei processi contro la criminalità organizzata. Una presa di posizione che ad alcuni è sembrata troppo critica e implicitamente riferita al procuratore di Catanzaro, anche se non veniva esplicitamente nominato. Per questo motivo il voto si è concluso con un 18 a 18, con la conseguente non approvazione del documento.
Repubblica riporta alcuni dei passaggi cruciali: «È necessario che le parti e, in particolare, la pubblica accusa evitino esternazioni che possano turbare la serenità del giudizio o che, peggio, alludano a pregresse, quanto generiche, disfunzioni dell’attività giurisdizionale, specie quando l’esito delle iniziative procedimentali non coincida con le proprie aspettative». E ancora: «Il ruolo dell’ufficio di procura, non solo nella dinamica procedimentale ma, specialmente, nelle comunicazioni con i media, deve continuare a essere quello di primo garante dei principi costituzionali (e, in particolare, di quello di non colpevolezza) e della tutela del giudice indipendente, naturale conseguenza del pieno inserimento del pubblico ministero nel corpo della magistratura».
Anche se il nome di Gratteri non era scritto nero su bianco, le altre componenti dell’associazione – Magistratura indipendente, Autonomia e indipendenza e Articolo centouno – non hanno accettato la formulazione del documento: il riferimento sarebbe stato considerato inopportuno, soprattutto alla luce del fatto che il procuratore di Catanzaro avrebbe già fornito chiarimenti rispetto a sue esternazioni e interviste.
Il testo è stato quindi rivisto ma non è servito a farlo passare. Un altro brano, in particolare, ha acceso il dibattito tra le toghe: «Tutti gli attori devono porre attenzione alle dinamiche processuali evitando di proiettare all’esterno, specie nelle comunicazioni con i media, il confronto che solo in quel luogo deve essere utilmente e correttamente svolto». Anche qui, tra le righe, viene letto il riferimento a Gratteri e al suo modo di comunicare. Alla fine, la parità nella votazione non ha consentito al documento di essere approvato.