Arresti all’alba nel Crotonese. Nel dettaglio, i carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone appartenenti alla locale di ‘ndrangheta di Cutro e San Leonardo di Cutro (22 gli indagati complessivamente), ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.

Gli indagati

Alfonso Mannolo
Dante Mannolo
Pietruccia Scerbo
Pietro Scerbo
Mario Scerbo
Andrea Martino Sirelli
Mario Falcone
Leonardo Falcone
Marco Falcone
Leonardo Curcio
Leonardo Trapasso
Tommaso Trapasso
Salvatore Macrì
Antonio Scicchitano
Giuseppe Talarico
Volodymyr Nemesh
Moreno Bertucci
Giuseppe Capicotto
Egidio Zoffreo
Giovanni Zoffreo
Fabio Mannolo
Frank Mario Santacroce

Le intimidazioni

L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Catanzaro e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, ha preso avvio da due atti intimidatori consumati il 13 novembre 2018 in danno di altrettanti esercizi commerciali di Sellia Marina, davanti ai quali erano state posizionate delle taniche di benzina, ed è stata sviluppata attraverso indagini tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, accertamenti patrimoniali e l’assunzione a sommarie informazioni delle persone offese.

Gli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa hanno consentito di documentare gli assetti e l’operatività sul litorale ionico-catanzarese delle articolazioni territoriali delle locali di ‘ndrangheta di Cutro  e San Leonardo di Cutro, facenti capo alle famiglie Mannolo, Scerbo, Zoffreo e Falcone interessate a imporre la propria presenza egemone sul territorio attraverso la commissione di una serie indeterminata di delitti, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, finalizzati ad imporre il controllo sulle attività economiche.

I tassi usurai

Le investigazioni svolte, grazie anche alla collaborazione di alcune delle vittime, hanno consentito di ricostruire l’attività usuraria svolta dagli indagati a danno dei commercianti e dei piccoli imprenditori in condizioni di difficoltà economica, con l’imposizione di tassi usurari compresi tra il 120% e il 150% su base annua e l’impiego di condotte estorsive finalizzate a ottenere il pagamento dei ratei mensili da parte delle vittime.

Il pizzo ai commercianti

Parimenti, è stata evidenziata la sistematica e strutturata imposizione del racket del “pizzo” nei confronti di imprenditori e commercianti del territorio da parte degli affiliati, soprattutto in occasione delle principali festività dell’anno.

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, è stato disposto il sequestro preventivo e per equivalente di due società intestate ad uno degli indagati, nonché di somme di denaro, rapporti bancari, finanziari, beni mobili ed immobili per complessivi 260.000 euro.

Maggiori dettagli dell’operazione verranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà nella giornata odierna, alle ore 11:00, nella sede del Comando provinciale Carabinieri di Catanzaro.