C«Era il frangente della posa della prima pietra del governo Berlusconi, dell’annuncio della variante di Cannitello. Purtroppo quel giorno ci ritrovammo in una città blindata con un dispiegamento di forze notevole. E questo non perché ce ne fosse ragione, ma solo perché chi ha in mente il saccheggio di questi territori aveva deciso che gli abitanti dello Stretto avrebbero dovuto aver paura del movimento No Ponte, di chi i territori li vorrebbe difendere». Inizia così il ricordo che Peppe Marra, componente del movimento No Ponte Calabria, conserva di quel tragico giorno di 14 anni fa. Era il 19 dicembre 2009, quando al termine della partecipatissima manifestazione no Ponte, sul palco allestito a Cannitello, frazione di Villa San Giovanni. Franco Nisticò, presidente del comitato per la ss 106, al termine del suo accorato intervento, fu colto da un arresto cardiaco e morì.

Il processo penale

Seguì un processo penale. «Dopo 14 anni dalla tragica morte di mio padre si sono ufficialmente conclusi i tre gradi di giudizio. Con la sentenza definitiva della Corte di Cassazione sono state confermate le responsabilità dell’unica imputata, ma il reato è andato prescritto. Tutta la mia famiglia, con i miei zii sempre tutti uniti, è determinata nel chiedere verità e giustizia per l’assurda ed ingiusta morte di papà. Da pochi mesi abbiamo deciso di avviare tutte le dovute procedure legali per il processo in sede civile». È quanto ha dichiarato il figlio Guerino Nisticò.

Battaglie a favore dei territori

Franco Nisticò è stato un fervido attivista e militante politico, ex sindaco ed amministratore di Badolato, nel Catanzarese, dove nel decennale della scomparsa nel 2019 è stato inaugurato un “murales della memoria”. Realizzato dal giovane artista Leonardo Cannistrà dell’Accademia di Belle Arti Catanzaro, esso sorge in piazza Tropeano. Presidente del comitato per la ss 106, condusse tante battaglie a difesa dei territori, animato da un grande impegno civile.

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