Doveva essere uno strumento innovativo, quasi rivoluzionario, presentato in pompa magna nella Cittadella Regionale: un unico portale che raggruppasse insieme tutte le linee di bus del trasporto pubblico locale, per permettere al cittadino di pianificare il proprio viaggio, acquistare il ticket e muoversi in libertà in tutta la Regione. Ad un anno e nove mesi dalla presentazione, però, i calabresi non hanno l’app ma hanno soltanto la parcella pagata per realizzare questo prodotto: 680 mila euro, più di un miliardo delle vecchie lire, per un prodotto che però non funziona.

Core, il portale per il trasporto pubblico locale

L’intuizione la ebbe nella scorsa consiliatura l’allora assessore regionale Roberto Musmanno: il docente Unical, titolare dell’insegnamento di Logistica, si occupò di redigere un nuovo piano regionale dei trasporti, con l’ambizione di rivoluzionare il sistema passeggeri e merci della Calabria.

Un progetto ambizioso, in una regione cronicamente afflitta dalla carenza di infrastrutture stradali, da reti ferroviarie desuete e che però ha sul suo territorio un porto merci estremamente importante come quello di Gioia Tauro. Dalle analisi sul materiale presente, emerse che la Regione era in possesso degli orari e delle tratte di tutte le aziende del trasporto pubblico locale (in alcuni casi anche della posizione in tempo reale): da qui, si decise di potenziare la Centrale operativa regionale realizzando un portale che condividesse tutte queste informazioni in tempo reale con i cittadini.

L’amministrazione regionale, allora guidata dal presidente Oliverio, decise dunque di investire per fornire ai cittadini calabresi un unico punto di accesso per cercare i bus di linea, le tratte, pianificare un viaggio e avviare addirittura un navigatore.

Una gara d’appalto da 700 mila euro per un’app che non funziona

Per realizzare questo strumento, è stata sottoscritta tramite convenzione CONSIP l’accordo con Telecom Italia (che subappaltò alla ITI Innovazione Tecnologica Italiana) per la realizzazione di un’app che permettesse ai cittadini di poter vedere le linee e le fermate dei bus intorno alla propria posizione, di pianificare un viaggio e di scoprire in pochissimi passaggi come arrivare da un punto all’altro della nostra regione. A questa venne affiancato un portale web, che potesse essere utilizzato da pc, raggiungibile al link mobilità.regione.calabria.it: fu così che il progetto Core vide la luce. Anche se, più di luce, è bene parlare di tenebre.

Sin dalla sua presentazione, avvenuta in pompa magna nella Cittadella Regionale nel dicembre 2019, il sito ha mostrato qualche criticità: grafica spartana, interfaccia utente non propriamente intuitiva. Insomma, da rivedere: però, come venne precisato in quella stessa sede, si trattava di un prodotto che sarebbe stato implementato nei mesi a venire. L’obiettivo finale era ambizioso: permettere al cittadino non solo di conoscere la tratta dei bus, ma anche quello di fare il biglietto direttamente dall’app e di conoscere in tempo reale la posizione del bus, in modo da essere tempestivamente informati su eventuali ritardi. Insomma, un upgrade importante per una regione che fa sempre a cazzotti con la tecnologia: niente di rivoluzionario, ma comunque un passo avanti importante per la nostra regione. L’app, invece, al momento della presentazione era scaricabile sotto forma di Apk direttamente dal portale della Centrale Operativa Regionale e solo per i dispositivi Android, ma a breve sarebbe stato disponibile per tutti.

CORe, impossibile trovare bus e tratte dall’app

Dopo la presentazione in pompa magna, ci si attende che si vada avanti con le implementazioni: eppure, tutto tace. Un mese dopo la presentazione dell’app le nuove elezioni, la vittoria di Jole Santelli e una nuova maggioranza si insedia alla Cittadella Regionale: eppure, i lavori vanno avanti. Già, perché la piattaforma Core è comunque inserita sia nel piano dei trasporti che nel Documento di Economia e Finanza per il triennio 2019-2021, al quale è dedicato un intero paragrafo. Gli sviluppi prevedono non solo la bigliettazione integrata, ma anche l’interoperabilità con altri sistemi per “titoli di viaggio condivisi, pagamenti di soste e taxi”. Gli standard dovranno garantire “la possibilità di utilizzare tecnologie wireless e mobile” e danno anche la soluzione di sviluppo: utilizzare un sistema già in uso alla Regione Piemonte, reso disponibile tramite Pon Gov, che la regione integrerà nel sistema della Centrale Operativa Regionale. Addirittura, “la piattaforma Core sarà evoluta per ospitare i dati relativi al trasporto ferroviario, aereo, navale e implementata con il sistema di bigliettazione elettronica”, utilizzando anche “sistemi di informazione all’utenza delle fermate”. Il futuro, insomma.

Peccato, però, che assistiamo invece agli stessi fantasmi del passato: a distanza di un anno e mezzo dal lancio, il sistema è totalmente azzoppato. Appena si arriva sul sito ci si accorge che i certificati di sicurezza sono scaduti e si viene accolti da un messaggio di errore e attenzione per la sicurezza del proprio pc.

Nessuna notizia dell’app sugli store, invece: non vi sono prodotti da scaricare dalle app Android e Apple, mentre l’app da scaricare dal sito internet della piattaforma non funziona. Appena aperto, il sistema comunica un errore nel caricamento dei dati, e se si prova a ricaricare esce tutta la barra degli errori con i codici sbagliati in bella vista. Insomma, non un gran biglietto da visita.

Core, l’app sugli store non c’è ma è stata collaudata e pagata

Eppure, l’app è stata comunque interamente pagata dalla Regione Calabria: con un decreto dell’8 luglio del 2020, la Regione Calabria afferma che “in base ai documenti ed ai titoli in possesso di questo ufficio, sussistono i presupposti per procedere al pagamento”, con tanto di parere positivo di collaudatore, responsabile del procedimento e DEC. Tutto ok, app correttamente realizzata e ultimo bonifico da oltre 200 mila euro liquidato, per arrivare ai circa 700 mila euro totali.

Eppure, come è possibile collaudare un’app mai pubblicata sugli store? E se anche fosse stata data per buona la versione pubblicata come apk sul sito internet della piattaforma Core, come è possibile non verificare che tutte le proprietà della Regione Calabria funzionino perfettamente? Intanto, per l’ennesima volta, i cittadini pagano per un servizio che non hanno: ma tra sanità, servizi pubblici, strade, infrastrutture, i calabresi c’hanno fatto ormai il callo.