L’ad della società chiamata a realizzare l’opera: «C’è un bel piano di assunzioni, sono 100mila in Calabria, Sicilia e nel resto del Paese. Per il nostro bilancio l’opera è quasi indifferente»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Quando inizieranno i lavori per il Ponte sullo Stretto «sono cose che non dipendono da noi, ma dalla politica. Se si cominciasse subito noi siamo pronti domattina. Se la politica ci dice cominciamo, noi cominciamo». Così Pietro Salini, ad di Webuild, parlando a margine della proclamazione dei vincitori del premio Alberto Giovannini. «C'è una squadra che scalda i motori, ragazzi che vogliono farlo. Abbiamo un bel programma di assunzioni sul posto, stiamo facendo queste scuole anche per formare i tecnici che serviranno a realizzare il Ponte, in Calabria in Sicilia e nel resto del Paese».
Dibattito acceso | «È il Ponte della speranza: per adesso non si può costruire, troppi dubbi sui cavi»: la nuova bocciatura del super tecnico Risitano
Come ha spiegato l'amministratore delegato, il «progetto del ponte a parte il suo significato nella logica della rete e della connessione della Sicilia all'Europa è un progetto per il Sud importantissimo, significa una vetrina tecnologica, per le imprese del sud, per i ragazzi di grande lavoro. Significa 100mila posti di lavoro disseminati in Italia perché le infrastrutture non producono benefici solo dove sono, come immaginiamo i porti, ma nell'economia generale. Quindi significa crescita del Pil». E ha proseguito: «Detto questo, per noi il Ponte è un progetto molto importante ma per Webuild vale relativamente poco, prendiamo anche tanti schiaffi per volerlo fare ma è una cosa che sotto il profilo del bilancio non voglio dire che è indifferente, ma quasi» conclude Salini.