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Non arriva nemmeno al venti per cento la percentuale di calabresi che percepiscono la presenza della 'ndrangheta nella loro terra. A dirlo è l'Istat, nell'ultimo rapporto sull'argomento pubblicato. Un report che fa riferimento al 2014 e che molto dà da pensare. Non solo per la cifra esile che racchiude il sentimento dei calabresi, ma anche perché nel 1995, più di venti anni fa, si registrava un dato pressoché simile: il 20,1 per cento.
Nonostante l'ampio lavoro della magistratura, sebbene il carico delle forze dell'ordine sia l'esempio plastico di quanto sia ampio il sottobosco della criminalità organizzata calabrese, in modo paradossale la 'ndrangheta viene percepita nella punta dello Stivale alla stregua del Trentino Alto Aldige (18,1%),
Sono 15 le regioni in cui il dato è più alto, come se la mafia calabrese fosse il fanalino di coda di un fenomeno esteso altrove. Anche la Sicilia vive lo stesso tipo di trend. La percentuale sale al 22 per cento, scendendo rispetto al 1995 in cui era al 28,3. Forse il nostro territorio si è ormai assuefatto fino ad incanalare la 'ndrangheta negli elementi endemici della nostra terra. O forse, no.
Tiziana Bagnato