Quando Anna è giunta sulle coste calabresi a bordo di una carretta del mare, a malapena aveva imparato a camminare e la mamma, tra i vicoli di Riace dove aveva trovato accoglienza e ospitalità, la teneva legata a sé con una corda per il timore di perderla. Oggi è una brillante studentessa dell’Università della Calabria. C’è anche lei nella sala stampa del centro congressi Andreatta, per assistere agli interventi di Mimmo Lucano e di monsignor Giancarlo Bregantini, nell’ambito di un progetto sulle dinamiche migratorie e sul loro impatto socio economico, promosso dall’ateneo con il coordinamento del docente di antropologia del turismo Domenico Barbuto.

Cutro il punto più basso della politica

Simbolo dell’accoglienza diffusa, Mimmo Lucano ha accettato di candidarsi  alle prossime elezioni europee come indipendente nelle liste dell’Alleanza Verdi-Sinistra. Una partecipazione civica e sociale per risollevare l’etica della politica «che ha toccato secondo me il livello più basso – ha detto l’ex sindaco di Riace – proprio con i fatti di Cutro. La politica non può essere solo Pil, o analisi economica. È soprattutto rispetto dei diritti umani».

Secondo monsignor Bregantini «Lucano ha anticipato di quindici anni l'enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti». Accogliere, proteggere, promuovere, integrare le quattro parole adottate dal presule per tracciare il percorso solidale da approntare per ogni essere umano in fuga da guerre e carestie verso il nostro Paese. L'ex vescovo di Locri-Gerace, oggi emerito dell'arcidiocesi di Campobasso, ha posto in evidenza le attuali criticità del sistema, a cominciare dai troppi morti in mare per fame, sete e freddo. Soprattutto bambini.

E poi ha parlato di poco impegno dell'Unione Europea e degli ostacoli di natura burocratica posti dal Governo italiano per scoraggiare ad ogni costo gli approdi. «È funzionale a questo atteggiamento l’individuazione di un porto sicuro ad Ancona, per prolungare di ulteriori 1.500 chilometri le sofferenze di chi si imbarca per la traversata del Mediterraneo, oppure la scelta dei silos di Trieste per chi si avventura sulla rotta balcanica» ha affermato Bregantini.

Parterre di spessore

All’appuntamento è intervenuto, tra gli altri, Pasquale Giustiniani, professore ordinario di Filosofia teoretica nella sezione San Tommaso d'Aquino, della Pontificia Facoltà di Teologia per l'Italia Meridionale di Napoli, il quale ha relazionato in merito all’influenza del fattore religioso e popolare nella esperienza migratoria calabrese. Sono inoltre intervenuti don Giacomo Tuoto, docente accademico di diritti umani ed Elia Fiorenza, che ha esaminato il ruolo storico della Calabria nelle dinamiche migratorie. In sala erano presenti l'ex presidente della Regione Mario Oliverio e l'ex parlamentare e segretario regionale di Sinistra Italiana Ferdinando Pignataro.