VIDEO | La reliquia giunge nella frazione Santa Lucia per la riapertura al culto della chiesa dopo 33 anni
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Viaggia scortato dalla polizia di Stato, custodito all'interno di una teca d'argento il Mantello di San Francesco di Paola. La reliquia, dal Santuario della cittadina tirrenica, viene salutata al suo passaggio nei centri abitati di Marano Marchesato e Marano Principato. Ma è Castrolibero la destinazione finale. Una breve processione nella serata di sabato 13 luglio, poi l'ingresso nella chiesa intitolata al Santo taumaturgo nella frazione Santa Lucia in occasione della riapertura al culto dello storico edificio, 33 anni dopo l'ultima Santa Messa celebrata al suo interno.
Notte in questura
L'immobile, donato dalla famiglia Zupi, dopo un lungo restauro è stato restituito alla comunità. Scoperta una targa commemorativa a margine della funzione officiata dal parroco don Franco Zumpano. Il sacro Mantello nella notte tra sabato e domenica è stato custodito nei locali della Questura di Cosenza dove nella mattina successiva del 14 luglio, si è svolto un momento di preghiera con l'arcivescovo Giovanni Checchinato ed il cappellano della polizia Pier Maria Del Vecchio. La reliquia ha fatto poi ritorno nella chiesa di Castrolibero per il prosieguo delle celebrazioni. Quindi è stata nuovamente condotta nel Santuario di Paola.
Simbolo di protezione e cura
«Il Mantello di San Francesco è un simbolo di protezione e di cura – ha detto il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco – Oggi ho avuto il privilegio di chiedere al nostro Santo Patrono della Calabria di proteggere e curare la popolazione del mio comune. La storia di questo edificio di culto è lunga e travagliata – ha poi spiegato il primo cittadino – Abbiamo ricevuto un finanziamento importante per recuperarla e riaprirla ai fedeli. Potevamo fare altro, ma abbiamo scelto di rendere questa chiesa un luogo dell'anima, un luogo pulsante dove tanti giovani possono crescere e formarsi alla vita».
Fervente partecipazione
La fervente partecipazione dei fedeli testimonia come sia ancora radicato nelle comunità del Mezzogiorno quel substrato di devozione religiosa, attorno al quale rimangono salde le relazioni sociali, su cui si fondano i principi di assistenza e solidarietà: «Quando una chiesa riapre si ritempra la speranza – ha sottolineato padre Vincenzo Arzente, educatore dell'Ordine dei Minimi Francescani – È come si Dio ancora una volta mettesse dimora con la propria tenda in mezzo a noi. In questo periodo c'è una profonda crisi delle vocazioni, ma conserviamo un estremo attaccamento alle figure del Cristianesimo».