Non solo una strada, ma un’opportunità per superare l’isolamento, rilanciare l’economia locale e favorire uno scambio culturale tra due territori che sono rimasti separati dalla barriera dell’Aspromonte. Ne sono convinti 30 sindaci del Reggino che si sono costituiti in un comitato chiedendo un’accelerata nell’esecuzione del progetto della Bovalino-Bagnara, considerata fondamentale per il futuro della comunità.
L’infrastruttura ha già un progetto esecutivo e parte dei lavori realizzati solo per circa 900 metri, inaugurati in pompa magna 12 anni fa per by-passare l’abitato di Platì al fine di ovviare al problema di traffico e di sicurezza poiché l’attuale ex SS112, unica arteria principale per il trasporto dell’entroterra sul versante Ionico, è parte integrante della circolazione viaria interna. Poi lo stop, quando si è capito che i nuovi piloni del viadotto in costruzione sulla fiumara, erano stati realizzati in zone soggette a dissesto idrogeologico. Seguirono numerosi contenziosi giudiziari a causa di diversi danni subiti da alcune abitazioni per via degli smottamenti del terreno durante i lavori.

«I sindaci chiedono innanzitutto che si investa seriamente nelle infrastrutture – ha espresso il sindaco di Gioia Tauro Simona Scarcella – lo sviluppo del territorio passa dai trasporti e noi paradossalmente viviamo in un territorio diviso in due, con 150 mila persone impossibilitate a muoversi. È un danno erariale che la Bovalino-Bagnara sia rimasta incompiuta, basta poco perché ripartano i lavori. Noi non ci fermeremo».

La storia della Bovalino-Bagnara

Correva l’anno 1973 quando nel salone delle feste del vecchio Hotel Orsa Sud di Bovalino il Centro Studi “Brutium” organizzò un convegno per presentare un progetto unico, ideato da Antonino Brath, un ingegnere reggino, che avrebbe portato economia e turismo nella Locride. Si trattava proprio della Bovalino-Bagnara. La progettazione della strada constava di 39 chilometri con 8 svincoli, 4 innesti, 23 viadotti, 3 gallerie naturali ed 11 gallerie artificiali e un traforo a doppia canna di circa 6 chilometri, il decimo in assoluto più lungo d’Italia.

Il backup del collegamento Ionio-Tirreno

Secondo i sindaci l’opera, se fosse stata completata, oltre che rappresentare un backup della strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno, avrebbe fatto uscire dall’isolamento i paesi dell’Aspromonte, aprendo prospettive di sviluppo inimmaginabili per tutta l’area. A guidare il neonato comitato il sindaco di Melicuccà Vincenzo Oliviero. «E’ dagli anni ’70 che si parla di questa strada e ad oggi non si capisce perché di un progetto in fase esecutivo si siano perse le tracce – ha evidenziato – Noi non abbiamo colore politico e non vogliamo averne. Non ci vogliamo mettere in mostra, ma vogliamo portare avanti un grido di un territorio abbandonato». Per il padrone di casa Vincenzo Maesano «Questa parte di Locride e di Calabria sono la porta principale verso il Mediterraneo per collegarlo all’Europa, ed è un collegamento che deve passare necessariamente attraverso la Bovalino-Bagnara».