VIDEO | Il raddoppio del tunnel Santomarco, ma anche il concetto stesso di Alta velocità ferroviaria in Calabria, sono stati i cardini di un convegno organizzato dal movimento Rbc e dalle associazioni Auser e Uniauser. Assente l'amministrazione comunale
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Malgrado l’obiettivo dichiarato fosse quello di «coinvolgere le amministrazioni locali nei processi decisionali e di avviare un dialogo costruttivo tra esperti, docenti universitari e politici del territorio», al convegno organizzato a Paola da Rete dei Beni Comuni (Rbc, forza in seno alla minoranza consiliare cittadina) e dalle associazioni Auser e Uniauser, per discutere dell’Alta velocità ferroviaria ed in particolare del raddoppio del tunnel Santomarco, nessun componente dell’esecutivo Politano si è fatto vivo nell’aula Lo Giudice, sala che più d’ogni altra è rappresentativa dell’identità del comune tirrenico, perché sede del civico consesso.
Nessun comitato d’accoglienza istituzionale è stato predisposto per la venuta di una parlamentare, l’on. Anna Laura Orrico, di una consigliera regionale, l’avvocato Sabrina Mannarino, e di un docente universitario, il professore Domenico Gattuso (cattedratico all’Università Mediterranea di Reggio Calabria). A parte le strette di mano e i convenevoli di benvenuto genuinamente rappresentati da consiglieri comunali, tra i quali Andrea Signorelli, l’ex sindaco Roberto Perrotta e l’esponente della maggioranza, Marco Minervino, pare proprio che l’argomento “Alta velocità, ultima fermata? Un dibattito pubblico per una visione comune del territorio”, non sia risultato accattivante per gli attuali inquilini del Sant’Agostino (ex complesso monastico oggigiorno occupato dagli uffici municipali).
Eppure si è affrontata, ancora una volta, l’unica tematica che è stata capace – in tempi recenti – di portare la gente a manifestare per le strade. È stata proposta l’ennesima chiave di lettura, autorevole, su una questione da cui dipenderanno il medio e lungo termine del futuro che, per il territorio, si prospetta sul piano sociale, ambientale ed economico. Dinnanzi ad un progetto rispetto al quale, lo scorso gennaio, è stata proposta un’interrogazione parlamentare (a tutt’oggi senza risposta), la strategia per arginare l’iter deliberato a monte per allestire la mastodontica infrastruttura, appare ancora disomogenea, affidata alle incursioni convegnistiche, comiziali e manifestanti, di questo o quel movimento, questo o quel comitato, questa o quell’altra amministrazione. Perché oltre ai “padroni di casa” – molti dei quali erano a Cutro per il pellegrinaggio della reliquia del mantello di San Francesco dinnanzi alle acque in cui si è consumata la più recente tragedia dei migranti – all’appello degli invitati mancavano diversi altri rappresentanti delle comunità direttamente interessate dagli stravolgimenti che si prospettano. Un’incomprensibile anomalia.
Introdotto dall’avvocato Francesco Giglio, ex capogruppo consiliare Rbc, il dibattito è stato moderato da Giuliano Di Blasi, residente della zona in cui sorgerà il cantiere per il raddoppio del tunnel Santomarco, opera che trasformerà per sempre la periferia meridionale di Paola e quella settentrionale di San Lucido, nonché il traffico ferroviario per il quale verrà realizzata, tutt’altro che afferente ai canoni dell’Alta velocità per il trasporto passeggeri.
Ovvio quindi il piglio polemico con cui l’onorevole Orrico ha stigmatizzato le intenzioni procedurali prossime a concretizzarsi, autoreferenziali e sorde alle istanze reali dei territori, concetto affrontato anche dal professore Gattuso, che da esperto di ingegneria dei trasporti, ha “smantellato” l’impianto predisposto per la Calabria, del tutto fuori misura, soprattutto sul piano dei costi (che rischiano di non trovare copertura).
«La nuova tratta per l’Alta velocità – ha spiegato il docente dell’Università di Reggio – andrebbe ad inserirsi tra le due già presenti lungo le coste dello Ionio e del Tirreno, andando ad appesantire ulteriormente un sistema che non rappresenta propriamente il fiore all’occhiello di questa regione. Inoltre – ha proseguito il professore Gattuso – c’è da considerare che le nuove fermate che si verrebbero a creare, escluderebbero da un accesso diretto, quindi una stazione, addirittura il capoluogo di provincia, con Cosenza che sarebbe subordinata a Rose». La consigliere regionale Sabrina Mannarino, dal canto suo, essendo anche componente della commissione sanità, si è detta disponibile a supportare ogni azione volta alla tutela dell’ambiente e della salute, «pronta a chiedere – ha detto – riformulazioni del progetto esistente».