Riprenderanno nei prossimi giorni i lavori di demolizione dello stabile, ubicato sul lungomare di Gallico, quartiere alla periferia nord reggina, che ospitava negli anni Sessanta il noto ristorante “Fata Morgana” e negli anni scorsi invece, era la sede del circolo “Posidonia”, ritenuto dalla Dda il “quartier generale” del presunto boss Paolo Romeo, indicato il capo della cupola masso-mafiosa.


Come reso noto dal settore “Urbanistica” del comune di Reggio Calabria dopo il rinvenimento di lastre di amianto “i lavori di demolizione sono stati temporaneamente interrotti al fine consentire agli uffici la redazione di uno specifico computo metrico per una variante nell’esecuzione dell’intervento”. La nostra testata aveva infatti denunciato la presenza del materiale tossico all’interno dello stabile e documentato, attraverso foto e video, che le ruspe - incaricate da Palazzo San Giorgio di abbattere l’opera abusiva - avevano distrutto le tettoie contenenti le lastre di amianto, materiale altamente tossico e vietato nell’uso dagli inizi degli anni Novanta.


Palazzo San Giorgio comunica inoltre, che queste lastre di amianto erano «occultate all’interno del tetto dell’immobile, tra il rivestimento inferiore e la guaina superiore della copertura». Come dimostrato sempre dalle nostre immagini, il materiale tossico - che solitamente si trova sotto il tetto in quanto usato negli anni passati proprio per le sue proprietà isolanti - era facilmente ipotizzabile che si trovasse lì (considerato che l’immobile è stato costruito negli anni Sessanta) ed inoltre, la ditta incaricata del servizio di demolizione non ha provveduto all’interruzione delle operazione, ma ha distrutto alcune di esse. E i rischi per la salute pubblica derivano proprio dalla distruzione delle fibre che disperdendosi nell’aria possono andare a depositarsi nell’apparato respiratorio, provocando serie patologie tumorali.


Adesso quindi, come comunicato sempre dal Comune «i lavori di demolizione sono stati temporaneamente interrotti al fine consentire agli uffici la redazione di uno specifico computo metrico per una variante nell’esecuzione dell’intervento. La stessa variante è già stata approvata con una determina dirigenziale, assunta già nella giornata di venerdì 14 dicembre, e trasmessa per l’impegno di spesa, per una somma complessiva di circa 10mila euro, riconosciuta per il trattamento e lo smaltimento dell’amianto rinvenuto». Contestualmente Palazzo San Giorgio sposta di dieci giorni il termine per il fine lavori. Se l’amministrazione comunale fosse stata meno negligente da un lato, quindi, si sarebbero potuti risparmiare soldi e tempo e dall’altro, soprattutto, non si sarebbe messa a rischio la salute della comunità.


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