VIDEO | La sollevazione popolare degli ultimi giorni, convince il sindaco De Bartolo a rinunciare alla infrastruttura: «Non è stata coinvolta la popolazione e ciò ha scatenato tensioni»
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L'Ato 1 di Cosenza dovrà cercare un altro sito in cui costruire l'Ecodistretto destinato al trattamento dei rifiuti provenienti dai 150 comuni della provincia bruzia. Dopo una settimana di forti tensioni, di proteste e manifestazioni popolari, l'amministrazione comunale di Morano Calabro è stata costretta a revocare la disponibilità manifestata con la delibera di giunta sottoscritta il 14 settembre scorso. Delibera revocata nella tarda serata di ieri, 25 settembre.
Tutti contro il sindaco
Il sindaco Nicolò De Bartolo aveva messo a disposizione l'area PIP di Contrada Cornale, una zona industriale attualmente dismessa dove fino a poco tempo fa erano state allocate le infrastrutture di servizio al cantiere autostradale gestito dalla Tecnis. Il primo cittadino aveva intravisto nella costruzione dell'impianto di riciclo una duplice opportunità: quella di bonificare il sito ma anche quella di ottenere i benefici economici incentivanti previsti dalla legge e quantificabili in circa 800 mila euro l'anno. C'erano poi anche le ricadute occupazionali derivanti dall'attivazione della piattaforma, una sessantina di posti di lavoro oltre a quelli dell'indotto. La decisione dell'amministrazione comunale ha invece provocato una sollevazione popolare, tale da costringere alla repentina retromarcia.
Il comunicato ufficiale
«Sono stati giorni di grande passione e intensità - scrivono in una nota gli amministratori moranesi - Avevamo preso questa decisione alla luce delle conoscenze e delle assicurazioni di cui disponiamo. Ci rendiamo conto, e non abbiamo alcun problema ad ammetterlo, di aver sottovalutato l’aspetto informativo, e di non aver coinvolto preventivamente la cittadinanza. Siamo sinceramente rammaricati per il fatto che l’iniziativa abbia causato tensioni. Abbiamo commesso un errore di valutazione: pensavamo che la nostra comunità fosse pronta per accogliere un tipo di sviluppo economico che noi riteniamo possibile. Ma evidentemente così non è. Crediamo che il compito primario di un buon amministratore sia di fare la volontà del popolo e attuarla puntualmente. E’ questa – riferiscono De Bartolo e i componenti della giunta - l’unica motivazione, e non altre, che ci spinge a revocare la delibera. Se il popolo non vuole l’Ecodistretto, l’Ecodistretto non si farà».
«No alle strumentalizzazioni»
«Allo stesso tempo confermiamo la nostra condanna verso quanti, strumentalizzando la vicenda, l’hanno trasformata in una questione puramente politica; quanti hanno inteso invadere il campo decisionale di un esecutivo democraticamente eletto; quanti sono scaduti nella diffamazione, nell’offesa e nella denigrazione personale. Questo in un contesto civile non può e non deve succedere. L’Ecodistretto, dunque, non si farà. Ma il problema rifiuti resta. E nel breve periodo si manifesterà prepotentemente».
Ci vuole più coraggio
Nessuno vuole la spazzatura nelle strade, nessuno vuole le discariche sotto casa, nessuno vuole l'Ecodistretto nel proprio territorio. Di questo passo la Calabria sprofonderà nell'immondizia. Nel frattempo si spendono milioni di euro per tamponare l'emergenza, mentre altrove da tempo si segue il virtuoso percorso dell'economia circolare, in cui gli scarti vengono riciclati e reimmessi nel circuito produttivo, l'umido diventa energia e il residuo viene appositamente trattato per azzerarne l'impatto ambientale. Alcune necessarie scelte di progresso, sono spesso impopolari. La responsabilità di tali scelte dovrebbe ricadere in capo agli amministratori ed essere orientata al bene collettivo e non al consenso popolare. Ma per sostenerle fino in fondo, non basta la convinzione di essere nel giusto: ci vuole più coraggio.