Sveglia alle 5:00. Fuori piove. Fa freddo. Anche in casa. Senza riscaldamenti. Senza nulla per riscaldarsi. A casa Laaribi ci si scalda con gli abbracci. Con il calore della famiglia. Quella venuta dal Marocco. Con un nonno tutto fare. Un papà assente. Un mamma che fa qualsiasi cosa pur di crescere i suoi tre figli. Tutti nati in Italia. Uno di questi ha un sogno. Si chiama Mohamed, ma in casa lo chiamano “Momo”, e da grande vuole fare il calciatore. Uno di quelli bravi. Un professionista. Ma oggi non c’è spazio ai sogni. A Marina di Gioiosa Jonica è giorno di mercato. Lui, al contrario dei bimbi della sua età, non può permettersi di sognare. Insieme al nonno e alla mamma deve andare a guadagnarsi da vivere vendendo cd, ombrelli e accendini. Oggi Marina di Gioiosa Jonica. Domani Roccella, dopodomani Locri e così via. La strada è la sua vita. La bancarella il suo mantenimento. Il sorriso e le buone maniere la carta vincente per mettere in tasca qualche euro in più, facendo breccia nel cuore dei clienti. Ma oggi piove. Ed il mercato forse salta. Giorno di riposo quindi? Macchè. Mohamed, come tutta la sua famiglia, non può tornare a casa senza soldi. Inizia il tour del “vi serve una mano, anche per poco tempo, per pochi euro”. Momo fa il cameriere, il lavapiatti, qualsiasi cosa pur di rientrare a casa con un regalino per i suoi fratelli e qualche euro da mettere da parte per se, sua mamma e suo nonno. Tutto è centellinato a casa Laaribi. Anche il tempo a disposizione per la sua grande passione per il calcio. Il pallone. Che Mohamed porta con se ovunque. Con i suoi risparmi si paga la scuola calcio. E da lì inizia a girovagare in lungo e in largo sui campi dilettantistici. Ma solo dopo il mercato. Dopo il lavoro. Dopo aver “portato il pane a casa”. In campo accarezza la palla. Inventa per i compagni. Segna gol bellissimi. Soprattutto su punizione. La sua specialità. Marina di Gioiosa, Mammola e poi la grande chance con il Roccella. Club con il quale vince campionati, arriva in Serie D, e coppe. Fino alla chiamata in Serie C con il Rende. Nel mezzo il terribile incidente che costa la vita ad un ciclista amatoriale. Era il 2013 e Laaribi era al volante di quell’auto che travolse e uccise un 52enne. Momo guidava senza patente e senza assicurazione. Tocca il fondo. Finisce in carcere. Patteggia la pena e si rialza. Pur portando dentro di se quel peso enorme.  «E non c’è giorno – ci racconta in un’intervista esclusiva che andrà in onda sabato (ed in replica domenica) alle 19:40 all’interno di LaC Sport Storie – che non rammenti quel momento». Paradossalmente il punto più buio della sua vita e quello che più lo ha fortificato. Mohamed Laaribi oggi ha 24 anni.  E’ un uomo. Ha un contratto professionistico e gioca in Serie C. Non va più al mercato a vendere cd ed accendini ma continua a prendersi cura della sua famiglia.