La Reggina fatica. La sconfitta ricevuta in campionato dal Siracusa ha fatto arrabbiare una tifoseria oggettivamente e comprensibilmente suscettibile. Il popolo amaranto, comunque, va capito: sono stati mesi difficilissimi e resi ancor più amari dal fatto che non si trattasse di problemi calcistici, ma ben peggiori. Il salto all'indietro dalla Serie D alla B ha privato la città di un patrimonio prezioso e i colpevoli, che vanno rintanandosi sempre più velocemente, a oggi restano impuniti.

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Ambiente saturo e impaziente

Comprensibile, dunque, che perdere all'esordio in D al Granillo, dopo cinque mesi e dopo che l'ultima volta si vinse e si conquistarono i playoff per la A, faccia male. L'ambiente è saturo di delusioni e vorrebbe vedere ripagate le proprie sofferenze, indicibili in questi ultimi tempi. Ma ci vorrà tempo, purtroppo.

La Reggina (per noi la squadra e la società sono questo, al netto del temporaneo LFA) è appena atterrata nel campionato di Serie D. Un torneo difficile, come tutti: Siracusa e Trapani hanno organici di livello e gli aretusei al Granillo lo hanno dimostrato. E, forse lo diciamo bestemmiando, tutto sommato il ko per 2-1 contro una squadra forte come quella siciliana è anche una buona notizia; bisogna considerare l'insieme e non il singolo evento: la LFA ha dieci allenamenti sulle gambe, il Siracusa una cinquantina. Un gap enorme, che sul campo soprattutto nel primo tempo però non si è visto. Adesso occorre stare vicino a Barillà e compagni: stanno cercando di compiere un miracolo e sarà durissimo. A proposito: vedere 5mila persone esserci, partecipare, stare lì è stato bello. Reggio continui così.

Pensare al peggio, sperare nel meglio

La verità è che Reggio deve prepararsi anche all'eventualità peggiore: rischiare di fare non uno ma ben due anni di Serie D. E sì, è un pensiero terribile ma solo prendendo contezza di questa situazione si sapranno affrontare mentalmente le tante difficoltà che il nuovo progetto incontrerà. Perché ce ne saranno tante, in primis derivanti dalla partenza a inizio settembre del nuovo club di Virgilio Minniti. Se poi, invece, a giugno si tornerà a festeggiare sarà davvero un miracolo sportivo, che speriamo di raccontare.

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Alla Reggina serve un altro attaccante

È pur vero, comunque, che da questa società adesso ci si aspetta uno sforzo. L'infortunio di Rosseti è pesante: distorsione alla caviglia destra con interessamento del comparto legamentoso esterno. Ben che vada l'ex Siena passerà un mese ai box, ma andrà capita l'evoluzione clinica.

Nel mentre, però, Trocini ha bisogno di un attaccante e in fretta. Lasciarlo senza punte è un azzardo che una società che vuol tornare in B in tre anni non può permettersi: serve mettere mano al portafogli e portare a Reggio Calabria un attaccante degno di questo nome. Fra gli svincolati ci sono Francesco Margiotta (3 gol in 28 presenze in C l'anno scorso) e Marcello Trotta, tanto per fare due nomi: profili che in D possono fare la differenza e rilanciarsi. Rinunciare a investire, a un mese dall'insediamento, sarebbe francamente inspiegabile, vista l'enorme lacuna che c'è in questo momento nell'undici amaranto.

Come già affermato, questa società, da Minniti a Bonanno, da Ballarino a Pellegrino, la fiducia la merita, almeno fin qui: anche questa banale decisione, sull'attaccante che serve, sarà un banco di prova.