Mentre le istituzioni sportive continuano a manifestare la propria perplessità sugli amaranto, tiene banco il tema cessione. Ma la trasparenza imporrebbe altro
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Tutti, a Reggio Calabria, si stanno soffermando sul capire chi potrebbe succedere a Felice Saladini come proprietario della Reggina. Una rincorsa quasi spasmodica al nome, al magnate (si spera) che possa dare nuova linfa ai sogni di gloria della tifoseria amaranto. E quasi ci si dimentica, in realtà, che la cosa più importante è che la Reggina sia o meno iscritta al campionato di Serie B. E che, per farlo, bisognerà passare indenne la CoViSoC, organo di controllo che negli anni si è dimostrato, spesso, abbastanza intransigente.
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Responsabilità
Ci cauteliamo, prima di sentirci additati come nemici o qualsiasi altro insulto che, troppo spesso, viene indirizzato semplicemente a chi cerca di fare informazione. La speranza è che questi che scriviamo siano davvero gli ultimi articoli poco calcistici di un biennio davvero poco calcistico. Fra deferimenti e penalizzazioni, fra dimissioni e svolte societarie, si è un po' stanchi: si vorrebbe solo parlare di ritiro e calciomercato, criticando solo per una formazione o un rigore sbagliato.
E, invece, ci si ritrova a rileggere e rianalizzare un percorso extra-sportivo per cuori forti, il cui epilogo è quantomai prossimo. La CoViSoC ha già iniziato ad analizzare le carte degli amaranto, su cui emerge un dubbio non chiarito da alcun comunicato: la Reggina ha pagato o meno quanto doveva? Nella fattispecie, Saladini ha pagato solo gli stipendi o anche le pendenze fiscali e previdenziali (3 milioni)? Se dovesse farlo entro il 20 giugno (come voleva la Figc) o entro il 30 giugno (come previsto dal concordato col Tribunale) non lo si è ancora capito: su quest'aspetto si sono scontrate, nuovamente, le stesse parti coinvolte. Quello che auspichiamo è che lo scontro non si giochi sulla pelle della Reggina.
Parole
In ogni caso, si attende. Ed è quantomai un'attesa snervante, peggiorata dalle dichiarazioni di Mauro Balata.
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Il Presidente della Lega B, dopo un anno di grande comprensione nei confronti della Reggina (vedasi i calendari all'Arena dello Stretto), ha seguito Abodi (Ministro dello Sport) e Gravina (Presidente Figc), dichiarando la propria preoccupazione per le dimissioni del CdA amaranto. Inoltre, il numero uno della B ha sottolineato la necessità di garantire l'equa competizione, «salvaguardando tutte quelle realtà che onorano gli impegni previsti dalle norme federali». In soldoni: adesso basta. Perché va bene il concordato, va bene il Tribunale ma qui, col fuoco, si sta giocando fin troppo, specie dopo mezzo anno in cui si è sbandierato ai quattro venti il veto del giudice per poi pagare gli stipendi a un'ora dalla deadline per l'iscrizione. Per poi, il giorno dopo, annunciare la disponibilità «ad avviare colloqui con chi manifesta interesse verso la Società».
Speriamo, francamente, di essere ipocondriaci, forse perché troppo legati alla Reggina. Però va preso atto che il Ministro dello Sport e i Presidenti di Figc e Serie B (le tre istituzioni sportive più importanti insieme al Coni) non abbiano gradito la gestione economica della Reggina. E speriamo che la CoViSoC non riscontri il minimo problema nell'esaminare le carte amaranto, perché altrimenti l'alternativa sarebbe la Serie D, se non peggio. Sarebbe francamente inaccettabile.
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Chi compra?
Nel frattempo, si continua a cercare il nome del fantomatico acquirente, sia esso singolo o a capo di una cordata. Degli interessi per la Reggina siamo stati fra i primi a rendervi conto, nel corso della settimana antecedente l'omologa per il concordato. Adesso, però, la trattativa è molto più concreta e il closing sarebbe in avvicinamento. Saladini ha espresso ieri che sarebbe stata sua «cura dare tempestiva informazione dell’evolversi dei colloqui per la vendita del Club».
Ma le voci continuano a impazzare e i nomi a vorticare: prima Ernesto Bertarelli, menzionato da Cronache di Spogliatoio, poi Bruno Grande, solo sussurrato da Sky Sport. Nessuno, però, ha certezze: si procede per ipotesi e speranze. Ma il calcio e la Reggina non funzionano così: la città e la sua tifoseria hanno il diritto di sapere chi potrebbe arrivare a gestire questo club, visto il recentissimo passato.
Basterebbe una nota, un'intervista, una dichiarazione vera, non scritta da un addetto stampa: si sta trattando con il soggetto x, questo è quanto. Per dare tranquillità.