VIDEO | Si è fermata nella finale play off la prepotente risalita della squadra reggina, rivitalizzata dopo l’avvento del tecnico rosarnese: «Quello che abbiamo fatto verrà ricordato a lungo»
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Un altro capolavoro targato Rolando Megna, a prescindere da come è finita. La Virtus Rosarno ha perso la finale play off, pur pareggiando con il risultato di 0-0 nei 120 minuti, compresi i supplementari, in casa del Capo Vaticano. Da regolamento, risulta vincente dei play off del girone B di Promozione la squadra vibonese, anche se il successo non dà certezza di partecipazione al prossimo torneo di Eccellenza. Eppure in casa della Virtus Rosarno non si fanno drammi, anche perché per quattro mesi la squadra è andata alla grande, proprio con Rolando Megna in panchina. Il tecnico, rosarnese doc, è tornato a guidare la squadra del proprio paese e l’ha portata dalla zona play out alla finale play off, tenendo, con lui in panchina, un rendimento da promozione. Il tutto superando diverse avversità. Fra le tante, l’infortunio del portiere che ha costretto la squadra a giocare un paio di partite con un giocatore di movimento in porta! Eppure la Virtus Rosarno è stata capace di risalire la china, guidata dalla solita passionale tifoseria e da un tecnico che non ha certo bisogno di presentazioni. Per lui parlano trent’anni di panchine, tante vittorie e promozioni, con imprese come queste che si ripetono da tempo.
«Sono contento del percorso fatto – così Rolando Megna - e delle prove offerte dai ragazzi durante la mia gestione. Certo, brucia tanto uscire dai play off senza aver perduto e dopo aver offerto una prova del genere. Ai punti avremmo meritato noi». Per la Virtus Rosarno continua la maledizione dei rigori: errore numero 8 su 14 tiri dal dischetto in questa stagione: «Nel calcio ci sta. La dea bendata ci ha chiuso le porte. Abbiamo fallito un rigore e anche altre conclusioni. Ma se non la metti dentro, alla fine non vinci. Purtroppo a noi serviva solo la vittoria. Nulla, però, da rimproverare ai ragazzi».
Resta allora il ricordo di questa prepotente risalita, con Rolando Megna artefice principale: «Quello che abbiamo fatto lo ricorderanno per tanto tempo, anche perché prendere una squadra in quella posizione, con dodici, tredici calciatori, non so quanti lo avrebbero fatto. Io ci ho messo, la faccia, come sempre. Mi sono messo in discussione, mi sono messo a lavorare e alla fine siamo arrivati fino a qua, quando erano in pochi a crederci. Non mi aspetto alcuna gratificazione. Spero solo che il Rosarno possa ripartire alla grande, con un piglio diverso, per riportare la squadra in Eccellenza, perché questo è il minimo per Rosarno». Da capire, allora, se sarà ancora lui il tecnico della Virtus Rosarno: «Questo è da vedere. Ci sono tante cose che vanno chiarite. Bisogna parlare con la società e valutare diversi aspetti. In questo momento la mia risposta è “nì”. Vedremo quel che succederà».