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Il day after la sentenza sul caso Dirty Soccer che ha permesso alla Vigor di rimanere in Lega Pro Lamezia si è risvegliata con in diversi punti della città striscioni, manifesti e volantini contro la dirigenza lametina.
Non è bastato ai tifosi che la magistratura, abbia detto che non sarebbe dimostrabile che i dirgenti Arpaia e Maglia «abbiano in un primo momento aderito al piano fraudolento e commesso atti diretti a realizzarlo». Lo sfogo è anche verso loro e verso a chi ha contribuito a buttare fango su una squadra vissuta come una vera e propria fede.
E i legali di Fabrizio Maglia non ci stanno e non si esimono dal parlare di un «linciaggio mediatico subìto prima e soprattutto dopo le richieste del procuratore federale Stefano Palazzi».
Gli avvocati si dicono anche «convinti che potremo dimostrare nei successivi gradi di giudizio, la mancanza di assoluto coinvolgimento in qualsivoglia operazione illecita relativa all'attività di Fabrizio come direttore sportivo», i due legali rimarcano «ad alcune società terze in questa vicenda» che «una delle intercettazioni ambientali che, secondo l'accusa, suffragava l'ipotesi di alterazione della partita Barletta-Vigor Lamezia, in realtà captava una telefonata tra Bellini e l'attuale allenatore della società interessata».